"Where is Elly?". Se lo chiedeva giorni fa uno dei quotidiani di punta della sinistra progressista. Non il solo, per carità. "Dov'è Elly?". Persino nel Partito democratico se lo domandano. Senza ottenere risposta, però. Eh sì, perché la neo segretaria, dopo aver preteso "una pausa per staccare e riposare", ha fatto perdere le tracce di sé in un alone di mistero. Non commenta, non incide nel dibattito politico, non risponde a chi la interroga. Completamente afona. E non solo sui dossier più imbarazzanti, come il brutale stupro alla Festa dell'Unità. Scansa anche i temi a lei cari, come le politiche green (il termovalorizzatore a Roma) e i diritti (la maternità surrogata). Intorno lo scontro divampa, e lei muta. Come una sardina.
Eppure giorni fa, mentre Repubblica teorizzava l'assenza della leader come presenza e ne esaltava la prudenza, Elly Schlein si attovagliava con la crème de la crème della Roma (radical) chic. Serata ai Parioli, in uno degli attici disegnati da Pietro Lombardi. Roba da grande bellezza. L'intellighenzia (de sinistra) che conta. Tutti lì per lei, per conoscerla. Chiamati a raccolta dal padrone di casa: Claudio Baglioni. A rendere pubblico il lungo elenco degli invitati ci ha pensato oggi Simone Canettieri sul Foglio: Paolo Sorrentino (a proposito di grande bellezza...), il direttore (uscente) del Salone del libro di Torino Nicola Lagioia, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Gabriele Muccino e Carlo Verdone. Due soli politici al tavolo: Dario Franceschini e moglie, Michela Di Biase, grandi sponsor dell'ascesa e della vittoria dell'ex sardina su Stefano Bonaccini. A completare la lista dei presenti ci aiuta Dagospia aggiungendo i nomi di Jovanotti, Francesco Piccolo, Luca Zingaretti, Luisa Ranieri e Salvatore Nastasi. Parterre surreale, a pensarlo tutto insieme. Roba da film, appunto.
Chissà cosa avranno mangiato. Quale menu avrà mai pensato Baglioni per i suoi ospiti? Finger food o bucatini? E chissà di cosa avranno parlato, tra uno stuzzichino e l'altro. Di inflazione e di quanto costa andare a fare la spesa? Delle pessime politiche della Bce e di quanto sono arrivati a costare i mutui? Anche no: certi discorsi mettono di cattivo umore e finiscono per guastare la cena. Che, poi, parlare di quanto sia difficile, oggigiorno, comprare un cinquantametriquadri a Roma fa tanto anni Sessanta. Per di più ai Parioli. Ricorderebbe maldestramente il film La crisi. Piuttosto Giorgia Meloni. Prima donna premier, ma di destra (il ché vale mooolto meno). Le saranno fischiate le orecchie. Chissà se si sono detti quanto è fascista e puzzone questo governo che chiude i porti e nega un futuro agli immigrati? Solo che da Baglioni, a differenza che nell'esilarante pellicola di Coline Serreau, non c'è Michou a ribattere candidamente: "È molto più facile essere contro il razzismo quando si abita a Neuilly che quando si abita a Saint Denis". Peccato.
Depennata la casella accoglienza (meglio accoglienza di immigrazione, è più politically correct), di che altro avranno parlato? Diritti. Oh, sì! Eccome. I cattivoni al governo da una parte e quei poveri bambini arcobaleno dall'altra. Mani nei capelli all'idea di finire come il Texas dove la gente gira armata e nega finanche il diritto all'aborto. Ecco: avranno convenuto che è su quel piano che bisogna battersi davvero. Soprattutto adesso, col 25 aprile alle porte. Non è più tempo di stare a fianco degli operai, che ormai manco ci sono più e i pochi che ci sono votano a destra o, peggio ancora, i Cinque Stelle. I diritti prima di tutto. Agli operai ci penserà Landini a cui il Pd non sta poi così tanto simpatico. L'ex sardina avrà annuito, compiaciuta.
E lo stesso avrà fatto anche Baglioni, anfitrione della serata, soddisfatto della tavolata. Da ripetersi, si saranno detti all'uscita. Magari, la prossima volta a Capalbio. Che adesso le giornate si allungano e si va verso la bella stagione e un aperitivo al mare e...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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