Collettivi e anarchici occupano La Sapienza: l'attacco alla Stato dalle aule

All'assemblea a la Sapienza in solidarietà per Cospito, hanno partecipato i collettivi e gli anarchici. Mentre i veri studenti non possono andare all’università perché occupata, gli anarchici fanno i comizi dentro le università pubbliche attaccando lo Stato

Collettivi e anarchici occupano La Sapienza: l'attacco alla Stato dalle aule

Nel 2007 papa Benedetto XVI fu invitato dal rettore de “La Sapienza” a inaugurare l’anno accademico dell’Università ma, a causa delle proteste dei collettivi e di alcune associazione studentesche che occuparono la sede del Senato accademico e il rettorato, il pontefice fu costretto a rinunciare al suo intervento.

Sedici anni dopo il clima non è cambiato nella principale università pubblica italiana e la facoltà di Lettere alla Sapienza è stata occupata in solidarietà di Alfredo Cospito. A ottobre, sempre a La Sapienza, era stata impedita la realizzazione di un convegno di Azione Universitaria sul capitalismo con ospiti, tra gli altri, Daniele Capezzone accusato di essere un fascista (!?).

Per il dibattito democratico non c’è spazio ma si solidarizza con l’anarchico che ha gambizzato l’Ad di Ansaldo Nucleare e piazzato due bombe fuori dalla sede dei Carabinieri di Fossano. Sulla facciata della facoltà di lettere è stato esposto uno striscione con scritto: "Lettere occupata. Al fianco di Alfredo, contro il 41bis".

L’occupazione è nata dopo un’assemblea in solidarietà di Alfredo Cospito, contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo, gli studenti hanno annunciato l’occupazione al grido di “Tutti e tutte libere".

All'assemblea pubblica a la Sapienza hanno partecipato i collettivi, i movimenti Cambiare Rotta, Osa e anarchici. "Gli anarchici non fanno trattative con lo Stato. Alfredo non fa trattative con lo Stato” ha affermato uno dei componenti dell'assemblea. Lecito chiedersi se sia normale che i veri studenti non possano usufruire degli spazi dell’università a causa dell’occupazione ma gli anarchici possono fare comizi come se nulla fosse in università.

"È stato detto che lo Stato non si arrende ma è solo grazie alla mobilitazione che siamo riusciti ad avere qualche cosa, altrimenti Alfredo sarebbe morto nel carcere di Bancali" hanno affermato sempre gli occupanti.

Parole che fanno riflettere anche perché in questi giorni sono avvenute numerose minacce e attentati in varie parti d’Italia contro lo Stato e le sedi diplomatiche italiane.

Se è vero che ogni scusa è buona per occupare, le motivazioni dell’attuale occupazione sono particolarmente gravi e, ieri come oggi, questi non sono studenti ma una vergogna per l’università italiana.

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