Coprono orrori e tiranni, si risparmino la predica

Le Nazioni Unite da sempre al centro di scandali. Nel comitato che accusa la Chiesa siedono Thailandia (e il turismo sessuale?) e Uganda (i bambini soldato?)

Coprono orrori e tiranni, si risparmino la predica

Fa apparire la Chiesa come un covo di orchi in agguato il rapporto del Comitato dell'Onu per i diritti dei Bambini quando parla della Chiesa cattolica e sostiene che essa ha «sistematicamente» adottato politiche che hanno permesso ai preti di violentare e molestare decine di migliaia di piccoli innocenti nel corso degli anni. Il rapporto chiede di aprire i suoi archivi sui preti pedofili e sui preti che hanno nascosto i loro crimini e in qualche modo collega la richiesta all'atteggiamento della Chiesa verso gli omosessuali, l'aborto e la contraccezione. Un linguaggio da Onu, un organismo sempre aggressivo e di parte finché questo va d'accordo con le sue maggioranze automatiche e le sue scelte ideologiche, senza mai curarsi se questi diritti siano applicati da chi presenta i documenti, vota le mozioni, sventola la bandiera dei diritti umani. Sarebbe molto difficile trovare traccia di rispetto per gli omosessuali nell'atteggiamento di tanti Paesi che fanno parte delle varie commissioni per i diritti umani, compresa questa, e che i gay li impiccano o li imprigionano. Difficile sarebbe anche trovare rispetto per il diritto delle bambine a essere lasciate in pace fino a età ragionevole, mentre vengono sposate sovente fra i 7 e i 10 anni.

È chiaro, l'Onu agisce sempre in nome dei diritti umani più fondamentali, ed è evidente che anche qui il tasto che tocca può, deve, commuovere e mobilitare chiunque abbia un minimo di buon senso: la violenza contro i bambini, specie la violenza sessuale che approfitta della loro innocenza e buona fede, è il crimine più immondo, e la Chiesa ne sa davvero qualcosa. Le vicende di abuso sessuale che hanno cominciato ad affiorare nei primi anni di questo millennio negli Stati Uniti, coinvolgono quasi tutti i Paesi in cui sorgano seminari e parrocchie, Canada, Irlanda, Australia, Norvergia.

C'è una ricerca fatta nel 2004 negli Stati Uniti che dimostra che fra il 1950 e il 2002 ci furono 10.667 vittime di abuso sessuale sotto i diciotto anni e i preti coinvolti furono il 4 per cento dei 109.694 che lavoravano negli Usa. Una cifra molto alta e spaventevole, ma contenibile e affrontabile nonostante le molte reticenze, certo colpevoli, della Chiesa. Perché, magari non rispondendo come si deve alla domanda crescente dell'opinione pibblica, la Chiesa ha tuttavia cercato di reagire. Per esempio Benedetto XVI fra 2011 e 2012 ha ridotto alla stato laicale quattrocento sacerdoti e ha cercato, secondo quello che suggeriscono le sue fonti, di aiutare il corso della giustizia. Oggi Papa Francesco insiste per la massima trasparenza. Fu Benedetto XVI ad affermare che aveva affrontato il tema con «eccessiva lentezza» e che lo scandalo dei preti pedofili «era stato gestito in pessima maniera».

Dunque, il comitato dell'Onu ha una verità storica su cui impiantare il proprio attacco. Ma c'è anche la sua storia, che appanna i suoi giudizi. Infatti sorge subito un dubbio sui tempi e i modi quando a condannare con tanta verve sono degli emeriti bugiardi. Infatti come fidarsi dei giudici della violenza contro i bambini quando nel Comitato siedono la Thailandia, la Siria, l'Uganda? In Thailandia, si valuta che siano 400mila i bambini sotto i sedici anni costretti ai noti traffici, spesso destinati al turismo sessuale. In Siria, il peggiore di tutti gli abusi nei confronti dei minori è la loro persecuzione pianificata, l'uccisione, il rapimento, la tortura, lo stupro, che i due contendenti usano per debilitare psicologicamente l'altra parte. L'Uganda poi, costringe alla guerra almeno 25mila bambini fra gli 11 e i 16 anni, armati gli uni contro gli altri, li obbliga a spararsi, a sbranarsi,come galli da combattimento.

Come può pensare che giusto il Vaticano, che certo ha le sue responsabilità, possa essere indicato al pubblico ludibrio in maniera tanto consistente quando 223 milioni di bambini sono vittime di abusi nel mondo, secondo i dati dell'Unicef, e l'Onu non intraprende nessuna azione che mitighi davvero questa situzione? Come si può immaginare che promani dalla cupola del Vaticano la maggiore causa della violenza sessuale, quando in tutto il mondo musulmano si pratica il matrimonio forzato fra adulti e bambine anche sotto gli otto anni?

In Marocco il clerico Mohammed ben Abderrahman Al Maghraoui ha emesso una fawta che dichiara lecito sposare una bambina di 9 anni. E ce ne sono altre che stabiliscono l'età anche molto prima.

Dunque, se si vuole combattere la pedofilia, lo si faccia. Ma non si è mai visto che una commissione dell'Onu abbia questionato questa palese violazione dei diritti umani: eppure qui si tratta di salvare decine di milioni di bambine da un evidente abuso sessuale.

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