Al di là dell'aspetto giudiziario, la vicenda Aboubakar Soumahoro è stata l'occasione che ha svelato tutta l'ipocrisia della sinistra. Il fronte rosso era convinto di aver trovato il suo nuovo potenziale leader, salvo poi abbandonarlo in un silenzio assordante alla luce della vicenda sulla cooperativa Karibu. Il deputato italo-ivoriano è arrivato in Parlamento anche grazie a una scalata mediatica che gli ha dato l'opportunità di prendersi spazi televisivi non indifferenti che l'hanno portato a essere dipinto come un estenuante difensore dei lavoratori stranieri sfruttati.
Come è nato il fenomeno Soumahoro
L'approdo alla Camera è solo l'ultima fase di un'ascesa mediatica che si è fatta via via più potente. A spiegare come è nato il fenomeno Soumahoro è stato Piero Santonastaso che, scrivendo su professionereporter.eu, ha fatto sapere di aver lavorato insieme all'italo-ivoriano nell'Unione sindacale di base dal 2017 al 2020 "rivedendo i suoi testi, studiando insieme strategie, scortandolo – anche come autista – nelle prime uscite ufficiali".
Come si è giunti alla creazione del personaggio? Santonastaso ha individuato due fulcri principali: da una parte Marco Damilano, dall'altra Diego Bianchi (in arte Zoro). Non può passare in secondo piano la nota copertina de L'Espresso risalente al 2018 dal titolo "Uomini e no" che ritraeva rispettivamente il volto di Soumahoro e quello di Matteo Salvini. Questo passaggio viene reputato il trampolino di lancio per la carriera politica del deputato eletto con Verdi e Sinistra italiana.
L'italo-ivoriano è salito alla ribalta mentre era in vita il governo gialloverde, precisamente nel giugno del 2018. Guidava le manifestazioni di protesta dei braccianti, sfoggiando il suo carisma e una presenza fisica che hanno attirato l'attenzione della sinistra. Non a caso Santonastaso, intervistato da Libero, ha fatto notare che "sulle sue doti, innegabili, a livello di leadership e sulle lotte sindacali si è innestata un'operazione politica".
Il duo Damilano-Zoro
A svolgere un ruolo importante è stata anche l'intervista a Propaganda Live, programma in onda su La7 capitanato da Zoro. "Poteva Diego Bianchi non rimanere folgorato sulla via di San Ferdinando da tanta magnificenza?", ha annotato Santonastaso. Secondo cui la prima pagina de L'Espresso e l'ospitata a Propaganda Live hanno rappresentato "i botti di richiamo prima di uno spettacolo pirotecnico". Da qui "una convinzione, subito condivisa con il sodale Marco Damilano: abbiamo un leader per la sinistra". Il risultato? Una marea di richieste di interviste dall'Italia e dall'estero.
Santonastaso ha posto l'attenzione sul fatto che "la regia" uscì pian piano dalla disponibilità di Usb e "passò lentamente sotto il controllo del duo Zoro-Damilano". Infine ha sottolineato che Soumahoro "era molto calato nella parte e un po' di vanità l'ha coltivata", tanto che a un certo punto della sua vita da sindacalista "è stato tentato da altre sirene".
Nei giorni scorsi Diego Bianchi ha affrontato il caso e ha messo le mani avanti: "Non siamo imbarazzati, l'imbarazzo è l'ultimo dei sentimenti". Non ha fatto mancare una presa di posizione ("Siamo incazzati, delusi, amareggiati"), ma al tempo stesso ha messo le mani avanti e ha voluto accentuare i contorni di Soumahoro ricordando la foto con Papa Francesco: "Stiamo parlando di questo fenomeno, stiamo parlando di questo calibro qua".
Poi ha respinto le accuse di aver creato il personaggio: "Noi non lo stiamo scaricando. Non vorrei sbagliarmi: lui su questo palco è salito due o tre volte: due sicuro, sulla terza ho già qualche dubbio. Da quello che leggo sembra che tutte le settimane stesse qua".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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