Il Senato voterà con voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La Giunta per il regolamento, presieduta da Piero Grasso, si è riunita oggi e ha deciso di cambiare il regolamento con una sorta di provvedimento contra personam per far fuori il Cavaliere. In genere, infatti, il regolamento prevede lo scrutinio segreto quando si tratta di decisioni su persone. Il Pdl ha contestato la decisione che, essendo un’interpretazione del regolamento, non dovrà passare per il vaglio dell’aula. Per il Popolo della libertà è una "surrettizia modifica del regolamento", come ha detto la relatrice Annamaria Bernini.
La decisione di votare a scrutinio palese è passato con 7 voti a favore e 6 contrari. Il deputato Karl Zeller (Svp) ha votato a favore del voto segreto: "Io sono per il voto trasparente", ha detto, "ma la procedura a cui si è giunti a questa interpretazione non la considero corretta". Ago della bilancia dell’organismo - composto da quattordici senatori tra cui il presidente dell’assemblea di Palazzo Madama Pietro Grasso che la presiede ma che da prassi non ha votato - Linda Lanzillotta (Scelta civica). Dopo essersi riservata di prendere una decisione a dibattito concluso, la senatrice ha dichiarato non necessario il voto segreto perché "non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare".
"Qui il vero problema è la violazione delle procedure con le quali si cerca di ottenere la decadenza del Cavaliere: si tratta di gravi violazioni delle regole delle nostre istituzioni e di quelle dell’Unione europea", ha tuonato il presidente della commissione Giustizia del Senato Francesco Nitto Palma ricordando ai partiti che sostengono il governo Letta che, qualora Berlusconi dovesse cadere, si aprirebbe inevitabilmente la strada all'instabilità politica.
Nelle ultime ore Berlusconi - che ha preferito far saltare il già previsto pranzo con i ministri del Pdl - ha chiesto al premier Enrico Letta di non rendere retroattiva la legge Severino sulla incandidabilità. Ma il capo del governo non intende entrare nel merito del dibattito fingendo di non sapere che, qualora dovesse passare la linea giustizialista, la sua maggioranza rischierebbe di cadere da un momento all'altro. "La risposta è nel voto di fiducia che il governo ha ottenuto il 2 ottobre - ha spiegato Letta a Radio Anch’io - in quella richiesta di fiducia il pilastro era che l’Italia ha bisogno di un governo e che questo deve restare separato dalle vicende giudiziarie, quella era la base su cui il parlamento ha dato una ampia fiducia al governo".
Il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio ha, poi, rimarcato la posizione di Palazzo Chigi annunciando che il Consiglio dei ministri, non metterà mai nero su bianco che la legge Severino non è retroattiva. Una linea che porta inevitabilmente all'implosione. "Possono votare la decadenza in Aula, ma poi sia chiaro chi mina la stabilità. Se sarà un voto politico, nessuno si lamenti delle conseguenze", ha replicato Palma facendo notare in una intervista alla Stampa che, dopo la novità contenuta nelle motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Milano, bisogna "reinvestire la Giunta" perché "la possa valutare come organo". Nella sentenza è, infatti, spiegato che l'incandidabilità è una sanzione lasciata all’autorità amministrativa. Il che è molto importante dal momento che il dibattito sulla incandidabilità verteva anche su questo. "Noi dicevamo che è una sanzione, e quindi irretroattiva - ha continuato Palma - mentre altri ne negavano la natura di sanzione". Insomma, si tratta, rispetto a precedenti interventi, citati anche da Felice Casson per sostenere la tesi contraria, di una nuova interpretazione.
"È stato compiuto un gravissimo strappo delle regole parlamentari contro Silvio Berlusconi. Una norma sul voto segreto per la sua decadenza è stata cambiata a colpi di maggioranza con un semplice parere.
La verità è che il Partito democratico vuole far saltare questa alleanza per andare al voto. Se ne assuma la responsabilità davanti agli italiani", ha dichiarato al Tg1 il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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