"Le destre? Vincono con messaggi chiari e leader forti"

Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, spiega quali sono i temi scelti e il linguaggio usato dalle destre per far breccia nei cuori dell’elettorato dell'Occidente

"Le destre? Vincono con messaggi chiari e leader forti"
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La vittoria di Donald Trump, la centralità di Giorgia Meloni in Europa e l’avanzata delle destre sovraniste in Germania e Regno Unito. L’internazionale sovranista auspicata da Elon Musk sembra fare sempre più presa tra gli elettori europei.

“In questo momento, in Occidente, l’area cosiddetta conservatrice avanza per tre motivi fondamentali: riesce a identificare meglio i temi che stanno a cuore alle persone, li declina meglio facendoli capire a tutti con un lessico semplice e, infine, ha leader credibili”, spiega Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, società leader in Italia nel posizionamento politico e istituzionale, che, tramite la propria piattaforma di web e social listening, Human, ha recentemente condotto un’analisi sui temi scelti e sul linguaggio usato dalle destre occidentali per far breccia nei cuori dell’elettorato. “Mentre gli slogan e i messaggi di Trump erano orizzontali e arrivavano alla maggioranza delle persone, la campagna elettorale della Harris è stata semplice somma di micro-campagne per la difesa delle minoranze”, sottolinea Brunetti, fermamente convinto che i democratici, ubriacati dalla globalizzazione prima e dalla cultura woke poi, abbiano progressivamente disimparato a leggere i bisogni della maggioranza.

“La sinistra ha difficoltà sia a leggere la realtà sia a descriverla, fa ragionamenti complessi, non parla con una voce sola ed è lontana dalle urgenze quotidiane dei cittadini”, spiega il fondatore di Vis Factor che, dall’analisi dei social ha evidenziato quanto il gender interessi relativamente poco rispetto all’economia, al lavoro e ai servizi per i cittadini. “Sono i tre temi che hanno a cuore maggiormente ai cittadini. Molto dopo c’è il percepito relativo alle battaglie per i diritti civili e non solo negli Stati Uniti”, osserva Brunetti. Sotto questo punto di vista, Giorgia Meloni gode ancora di un buon consenso perché “ha dato stabilità al Paese, non ha commesso errori finora e non ha un’opposizione coesa. Inoltre presidia la comunicazione, social su tutti, in maniera correttissima i social, riesce a essere sempre sul pezzo in modo veloce e comprensibile trattando così tutti i temi che stanno più a cuore agli italiani”. I social, infatti, impongo ai leader politici di essere veloci a elaborare un messaggio e bravi a declinarlo con parole chiare e semplici a tutti e in questo il presidente del Consiglio, almeno per il momento, sembra non avere rivali. Le sinistre, inoltre, sono in crisi per mancanza di una leadership forte. “Basta pensare alla fotografia del G7 del 2024: oggi, tranne uno, nessuno di quei leader gode di una buona salute politica. Alcuni non sono più in carica, altri sono in scadenza e altri ancora sono in forte difficoltà, mentre l’unica che regge è la Meloni perché ha dato stabilità a uno dei Paesi dell’Ue più complessi da governare”, dice Brunetti.

L’esperimento di un’internazionale sovranista che dia via a un Make Europe Great Again, però, sarebbe ben diverso dall’Ulivo mondiale degli anni ’90 incarnato da Clinton e Blair perché “all’epoca il tentativo della sinistra era quello di dare voce alla globalizzazione in un mondo partendo dal presupposto che fosse necessaria una cessione di sovranità e una rinuncia ai valori dell’occidente”. In questo momento, invece, i conservatori “partono da un presupposto diverso: ogni Stato deve rafforzarsi e tutelare i propri, poi integrarsi su una serie di questioni strategiche”.

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