Draghi piega la Merkel (per ora)

RomaMario Draghi arma il bazooka. Il presidente della Banca centrale europea annuncia l'attesissimo piano di acquisti di titoli pubblici «con ammontare illimitato», al fine di affrontare «le gravi distorsioni nei mercati dei bond governativi che derivano - dice - da paure infondate degli investitori sulla irreversibilità dell'euro». È il piano «salva spread», anche se il nome tecnico è Outright monetary transactions. Il Consiglio della Bce l'approva quasi all'unanimità, con un solo voto contrario, quello del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, nonostante sia chiaro e preciso lo stretto legame fra gli aiuti e l'impegno dei Paesi interessati a mettere in atto misure di risanamento dei conti pubblici e riforme strutturali. La Bce acquista i bond, e l'Europa prescrive le ricette macro-economiche.
Mentre le Borse festeggiano, e lo spread con la Germania scende fin sotto i 380 punti base, Draghi spiega che il nuovo piano non è un regalo per nessuno, né la Spagna né per l'Italia. L'acquisto di bond governativi è previsto, osserva, nell'articolo 18 del Trattato, ed è inutile parlare di una banca centrale che si «italianizza». Il voto del Consiglio quasi unanime «dimostra che non ha pesato solo il parere dei Paesi dove una volta c'era la lira, o altre monete. L'idea di un'Eurozona meridionale o italiana altro non è che una «caricatura sbagliata che circola sulla stampa, soprattutto in Germania».
Lo stesso piano «salva spread» dimostra, nelle sue condizionalità, di essere tutt'altro che lasco. Gli acquisti dei bond saranno legati a impegni precisi di risanamento finanziario da parte dei governi interessati, nell'ambito di programmi di aggiustamento economico stabiliti con i fondi «salva Stati» europei (Efsm e Esm). La Bce interverrà in piena autonomia sul mercato obbligazionario solo sino a quando quegli impegni saranno rispettati. Gli acquisti riguarderanno titoli con scadenza da uno a tre anni, e saranno «sterilizzati» in modo da evitare contraccolpi sull'inflazione: in sostanza, la stessa Bce ritirerà la liquidità in eccesso attraverso operazioni di mercato aperto. Né è previsto un «tetto» di spread oltre il qualche la banca interverrà: la decisione dipenderà dalle condizioni di mercato. Inoltre, ed è questa la puntualizzazione che i mercati attendevano con ansia, non vi sarà alcun limite ex ante agli acquisti; e la Bce non si considererà creditore privilegiato rispetto agli altri operatori del mercato.
Il tutto avverrà nella massima trasparenza, con comunicazioni regolari delle transazioni effettuate. Infine, la Banca centrale ha deciso di allargare le maglie delle garanzie richieste (collaterali) fornite dalle banche per ottenere liquidità. Al nuovo piano potrà collaborare il Fondo monetario internazionale, che si dichiara pronto a farlo. «Aiuterà la crescita e gli sforzi dei Paesi per assicurarsi finanziamenti a costi ragionevoli», commenta il direttore generale Christine Lagarde.
Draghi è molto deciso nel dichiarare che il piano «salva spread» si basa su due pilastri: l'assistenza da parte della Bce, grazie all'acquisto dei titoli, e la condizionalità che obbliga i Paesi interessati a proseguire nell'azione riformatrice e di risanamento. Se la Bce intervenisse senza la contemporanea azione dei governi, il piano sarebbe «privo di efficacia». Del resto, ricorda Draghi, i rendimenti dei bond di Spagna e Italia riflettono non solo «paure irrazionali, ma anche errori fatti da questi Paesi in passato». Tutto questo non basta ad ottenere il via libera dell'ultra-ortodosso presidente della Bunbesbank, Jens Weidmann. In un comunicato, la Banca centrale tedesca conferma il «no» al piano Draghi, perché «troppo vicino a un finanziamento degli Stati attraverso la stampa di nuova moneta». Inoltre, l'acquisto dei bond da parte della Bce potrebbe far rinviare le riforme nei Paesi dell'Eurozona.


Nulla di fatto, intanto, sui tassi d'interesse. La Bce preferisce mantenere lo status quo, forse anche per non irritare oltre misura i tedeschi. Peggiorano invece le stime per l'andamento dell'economia nell'Eurozona sia in quest'anno di recessione che nel 2013.

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