Il Pd continua a presentare gli otto punti che Bersani ha indicato come base programmatica del proprio governo, qualora riesca a formarne uno. Questa volta tocca ai "diritti", dalla cittadinanza ai gay. Vediamo meglio di cosa si tratta. Il Partito democratico propone di dare la cittadinanza per chi nasce in Italia da stranieri residenti da almeno cinque anni; richiesta di cittadinanza anche per chi non è nato in Italia ma vi è cresciuto nel nostro Paese; riconoscimento delle unioni gay secondo il "modello tedesco". Tra le altre proposte, una legge contro l’omofobia, una legge organica contro il femminicidio, l’istituzione di un Osservatorio sulla violenza nei confronti delle donne, la ratifica della convenzione di Istanbul; il riconoscimento del ruolo delle case e dei centri antiviolenza e il rafforzamento dei servizi pubblici e convenzionati; misure di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a partire dalle scuole; l’istituzione del Fondo per il contrasto della violenza nei confronti delle donne.
Ma vediamo, nel dettaglio, la proposta per regolare i diritti delle coppie gay. Ecco in sintesi i punti principali:
- Doveri: dall’unione, che verrà sancita con una dichiarazione resa davanti all’ufficiale di stato civile, derivano effetti analoghi a quelli del matrimonio. I conviventi si debbono reciproca assistenza e sostegno e debbono gestire in comune le loro esistenze;
- Figli: niente bambini, neanche adottati. Possibile però che a uno dei partner omosessuali sia attribuita la responsabilità genitoriale sul figlio naturale dell’altro partner, nonché la possibilità che il convivente possa adottare il figlio biologico dell’altro;
- Regime patrimoniale: arriva la "comunione degli acquisti" ma con la possibilità di deroghe;
- Parentela e successione: il convivente va considerato membro della famiglia dell’altro convivente e andrà considerato erede legittimo del partner. Sì anche alla quota di legittima.
- Separazione: il convivente può chiedere il mantenimento commisurato al tenore di vita, al reddito e al patrimonio avuto in costanza di convivenza. È prevista la possibilità di assegnazione della casa "coniugale";
- Scioglimento: come per il matrimonio è necessaria una decisione del giudice.
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