
- Ma il kit di sopravvivenza dell’Ue, quello che dovrebbe salvarmi la vita e che all’interno ha un coltellino svizzero, posso portarlo anche allo stadio o in aereo? Chiedo per un amico… Non vorrei ritrovarmi in Curva Nord senza la mia preziosa borsetta proprio nel momento in cui Putin ci sgancia una bomba addosso.
- Prima il “ReArm Ue”, adesso l’imbarazzante video della Commissaria alla Gestione delle crisi che ridacchia aprendo la borsa mentre parla di guerre e pericoli imminenti. Ma chi sono i consulenti per la comunicazione di questi qui? Nel senso: di sicuro guadagnano molto più di me, ma io certe idiozie non le avrei mai suggerite. Ecco.
- Cosa dire del Myanmar: niente, che è una tragedia immane, infinita, abnorme. E solo chi è passato attraverso un terremoto, peraltro 300 volte meno intenso, può capire fino in fondo.
- Sapete cosa ha detto Lilli Gruber sulla tirata di capelli di Romano Prodi? Due cose: primo che il professore “ha reagito in modo malmostoso tirandole leggermente una ciocca di capelli”, in pratica minimizzando il tutto; secondo, che si trattava di una domanda “provocatoria”. Eh no. Intanto dovete sapere che Lilli Gruber non è un maschio bianco eterosessuale e maschilista, come noi puzzoni maledetti, ma una femminista autrice di un libretto molto femminista dal titolo “Il potere delle donne contro la politica del testosterone”, in cui, criticando la retorica del “maschietto da capire e compatire”, diceva che “non è un riflesso condizionato l’incapacità di tenere le cerniere chiuse o le mani a posto”. Il che vale sia per la pacca sul sedere che, immaginiamo, per il paternalismo del professorone maschio che tratta la giovane inviata come una cretina. Insomma: a meno che non debba ripassare ciò che lei stessa a scritto, ci saremmo aspettati un minimo di solidarietà verso Lavinia Orefici che ha denunciato di essersi sentita intimidita e scioccata (giusto o sbagliato che sia, vanno sempre credute, le donne, no?). Quindi: se il maschietto non va compatito né capito, allora deve valere anche per il Professor Prodi. Non si fa. Punto. Altro che malmostoso. Secondo: ma chi è che decide se una domanda è provocatoria? L'ordine dei giornalisti? Giannini? La redazione di Repubblica? Lilli Gruber? Adesso guardatevi questo due video e trovate le differenze con la domanda che Lavinia Orefici ha posto a Romano Prodi. Quali sarebbero le differenze? Entrambe leggono un testo al loro interlocutore proprio allo scopo di avere una reazione. Però Orefici diventa una provocatrice. Per la Fusani invece solo applausi o silenzio. Perché? Ah. Dovete sapere che un anno fa Lilli Gruber in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, parlando del vizio di far ricadere sull’abito, o sul comportamento, di una donna le violenze dell’uomo, disse che “è intollerabile far passare la vittima per colpevole di una provocazione”. Che è esattamente ciò che stanno facendo a Lavinia Orefici. Mandando in vacca anni ed anni di lotta alla sopraffazione dell’uomo sulla donna.
- Venezia è un gioiellino, un museo. E come tale va trattato. Per tenerla bene occorrono soldi, tanti soldi. Quindi se un magnate come Jeff Bezos decide di affittare mezza città ben venga. E al povero Massimo Gramellini, che si chiede per quale motivo priva “un moto di fastidio e quasi di imbarazzo”, diamo anche una spiegazione: in fondo, in fondo, i soldi (degli altri) vi fanno schifo. La ricchezza, invece di considerarla legittimi quando conquistata col sudore della fronte, anche del nonno o del padre, la spacciate per privilegio. Per usurpazione del benessere collettivo. Invece chi ha fatto fortuna è stato bravo, più di noi poveri scemi, ed è giusto che spenda e spanda a più non posso. Pure ostentando il tutto, se ritiene.
Anche perché per ogni euro che Jeff spenderà ci sarà un italiano che lo incasserà. Come potete lamentarvi?- Andatevi a vedere il video di Paolo Del Debbio su Giannini, Bottura, Prodi e Lavinia Orefici. Stupendo.
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