Errani nei guai per quel milione al fratello

Emilia-Romagna, dopo l’inchiesta del "Giornale" indagato il governatore Pd: ha falsificato le carte sui soldi alla Coop rossa. Blitz della Finanza: sequestrati immobili e titoli, coinvolti anche due funzionari dell'ente

Errani nei guai per quel milione al fratello

Vasco Errani, governatore Pd dell’Emilia Romagna, è indagato nell’inchiesta sui finanziamenti regionali alla cooperativa «Terremerse» presieduta dal fratello Giovanni.
Il fascicolo è stato aperto dopo un’inchiesta del Giornale di due anni e mezzo fa che documentava irregolarità e favori, coperti dal solito intreccio politica-affari tra il Ds-Pd e il mondo cooperativo, un intrico ancora indissolubile in Emilia Romagna. Questo milione di euro fu elargito dalla Regione per salvare l’azienda in difficoltà finanziaria: il denaro pubblico era soggetto a controlli e condizioni che «Terremerse» non ha rispettato. E davanti alle irregolarità la regione ha chiuso gli occhi.

Quando il Giornale fece scoppiare lo scandalo, Errani senior (il cooperatore) diede le dimissioni mentre Errani junior (il governatore) annunciò querele proclamando che avrebbe fornito alla procura di Bologna tutta la documentazione che l’avrebbe scagionato.
E proprio su queste carte si è concentrata l’attenzione del pubblico ministero Antonella Scandellari che, al termine di una lunga serie di verifiche, ha scoperto che il governatore aveva nascosto importanti informazioni sul dossier «Terremerse».
Il reato ipotizzato a Vasco Errani nell’avviso di chiusura indagini (preludio alla richiesta di rinvio a giudizio) è di falso ideologico, mentre al fratello Giovanni è contestata la truffa aggravata ai danni dell’ente locale.

A quest’ultimo, e altri due indagati, il nucleo tributario della Guardia di finanza ha sequestrato beni per un milione di euro, una somma pari al finanziamento ottenuto dalla Regione: undici immobili più alcune quote societarie.
Assieme agli Errani sono indagate altre sette persone, tra cui due funzionari della Regione che avrebbero ostacolato le indagini della procura avendo preparato le carte false. Le stesse scorrette informazioni furono esibite in consiglio regionale dal governatore quando il Pdl, a più riprese, gli chiese chiarimenti. Errani, che è molto vicino al segretario Pd, Pierluigi Bersani (suo predecessore alla guida dell’Emilia Romagna) e a Massimo D’Alema ed è pure presidente della Conferenza delle regioni, ha rivendicato anche ieri la correttezza del suo operato, ricevendo la solidarietà della sua maggioranza.

La vicenda risale al 2005, quando la cooperativa agricola «Terremerse» di Bagnacavallo (Ravenna) presieduta da Giovanni Errani, chiede alla regione presieduta da Vasco Errani un finanziamento di un milione di euro per costruire un impianto per la produzione di vino a Imola. La coop arranca, perde 6-7 milioni di euro l’anno e non riesce a finanziare l’investimento. La Regione pone due vincoli al contributo: che la cantina sia pronta entro il 30 aprile 2006 e che non venga ceduta per almeno dieci anni. Il denaro sarebbe stato versato a controlli avvenuti.
Invece che succede? Il permesso di costruire viene chiesto il 28 marzo 2006, il 27 aprile il Comune di Imola accorda un mese di proroga, il 23 maggio concede il permesso per iniziare i lavori e il 31, appena una settimana dopo, la coop dichiara alla Regione che le opere sono ultimate. Otto giorni. Un miracolo. Ma al rendiconto e alla dichiarazione di fine lavori non è allegato il certificato di agibilità. Il motivo è semplice: il cantiere è ancora aperto.
La certificazione verrà, infatti, chiesta nell’agosto 2007 (più di un anno dopo) e depositata nel gennaio 2008. Ma nel frattempo la Regione aveva dichiarato che tutto era a posto perché in base a una delibera della giunta, votata anche dal governatore, i lavori potevano dirsi conclusi anche senza l’agibilità. La Regione aggira i paletti che essa stessa aveva posto. Ma in questo modo il finanziamento al fratello di Errani è garantito.

Non è tutto. «Terremerse» vende impianti e macchinari dopo qualche tempo a un’altra coop, Terre Imolesi, nonostante il divieto esplicito contenuto nelle clausole del finanziamento.


La Regione sorvola sull’irregolarità, e non si accorge nemmeno che da «Terremerse» non arriva mai nessuna dichiarazione della produzione vitivinicola: un anno non si è vendemmiato perché le strutture non erano pronte, l’anno dopo il ramo d’azienda era già stato ceduto. Nulla succede in Regione, e il milione di euro resta a «Terremerse» nonostante le anomalie.

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