"Fine Ramadan sia festa nazionale in Italia": ecco l'ultima di Soumahoro

Aboubakar Soumahoro ha annunciato di aver presentato una proposta per rendere festiva la festa di fine Ramadan anche in Italia in nome della laicità dello Stato: un paradosso provocatorio che difficilmente troverà sponde in parlamento

"Fine Ramadan sia festa nazionale in Italia": ecco l'ultima di Soumahoro
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L'onorevole Aboubakar Soumahoro, accodandosi alle polemiche di questi ultimi giorni, ha pensato di accendere per qualche ora i riflettori sulla sua attività politica, distraendoli dalle vicissitudini dei suoi familiari, per una nuova provocazione. Il deputato, ora del gruppo Misto, ripudiato dai suoi "padri" politici ha annunciato di aver depositato una proposta di legge "per rendere festivo il giorno dopo la fine del Ramadan, la festa di Eid Al Fit". Si tratta della festa controversa per la quale la scuola di Pioltello ha deciso di sospendere le lezioni al pari dell'Università per Stranieri di Siena.

Ignorando completamente che la celebrazione di festività religiose sono il frutto di accordi secolari e che non basta una proposta di legge per inserirne una nuova legata a una confessione, Soumahoro cerca di giustificare la sua proposta con "i principi della laicità dello Stato e della pluralità religiosa previsti dalla Costituzione". E non si è nemmeno reso conto del paradosso. Eppure, quello che attualmente è uno Stato che difende la sua laicità, ovvero la Francia, non si permette in alcun modo di proporre, per esempio, la chiusura delle scuole per il Ramadan. Anzi, la comunità islamica francese non ha nemmeno avanzato la proposta e gli studenti che praticano il digiuno vengono abituati a una esecuzione elastica dei precetti del Corano, proprio per non inficiare il rendimento scolastico. Ma c'è di più, perché le stesse comunità islamiche francesi considerano la pratica del digiuno come un sacrificio che, pertanto, non dev'essere in alcun modo causa di privilegi per chi lo pratica.

Però poi, in Italia, arriva Soumahoro che per attirare l'attenzione su di sé decide che l'Italia, a fronte di una minoranza religiosa, come ce ne sono altre, senza accordi di sorta, debba rendere festiva la fine del Ramadan. "Credo che questo sia un modo concreto per riconoscere, aggiornare, adattare e armonizzare le leggi del nostro Paese con la realtà attuale e rinnovata. Infatti, l'Italia è cambiata, arricchendosi di pluralità, anche dal punto di vista religioso", prosegue il deputato, che terminati i 5 anni in parlamento difficilmente troverà un partito disposto ad accasarlo. "Oggi, l'Islam è la seconda religione più diffusa. Il nostro Paese è la terza nazione nell'Unione Europea, dopo Germania e Francia, per presenza di persone della comunità di fede musulmana. Viva l'Italia plurale", conclude nel suo manifesto.

Una vera e propria discriminazione, quella di Soumahoro, nei confronti di tutte le altre confessioni religiose. Gli studenti ebrei, per esempio, sono dispensati dal frequentare la scuola il sabato ma non per questo tutte le scuole sospendono le lezioni.

Quella dell'onorevole non è altro che l'ennesima provocazione sterile, irricevibile, formulata dopo che il ministro Valditara ha annunciato la volontà di regolamentazione con una "norma di buonsenso che regolamenti una situazione che rischia di creare conflittualità e caos".

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