Prima fumata nera: attacco dall'America al favorito Scola

Delusione tra la folla sotto la pioggia. Un porporato anonimo al Wall Street Journal: "Solleverò il caso Cl"

Prima fumata nera: attacco dall'America al favorito Scola

Città del VaticanoLa piazza è un mare di ombrelli che luccicano sotto i riflettori. Pioviggina sul primo giorno di conclave, sul comignolo montato sul tetto della Sistina e sulla prima fumata (nera, secondo previsioni) che non riesce ad alzarsi. C'è buio, e bisogna ringraziare i maxischermi per vedere qualcosa. La prontezza di alcuni agenti copre anche la protesta di due «Femen» ucraine a seno nudo armate di fumogeni rossi che vengono portate via.

Tantissima gente per la prima fumata. Emozione, voglia di unirsi a questo momento cruciale per la vita della Chiesa, la speranza nel miracolo: un Papa eletto al primo scrutinio. Migliaia di persone appese a un camino che se ne vanno con un boato di delusione. Sono le 19,41 quando appaiono gli sbuffi nerissimi. I 115 cardinali elettori sono ufficialmente in clausura dalle 17,30 dopo la processione dalla Cappella Paolina alla Sistina, il giuramento sul Vangelo e l'«Extra omnes» pronunciato con voce sottile dal cerimoniere della Casa pontificia, monsignor Guido Marini, cheha chiuso i portoni di legno. Lui se n'è andato più tardi con il predicatore Prosper Grech che ha tenuto una meditazione per i conclavisti.

I cardinali non erano obbligati a votare. Hanno deciso di farlo, e sono stati veloci: otto anni fa la prima fumata era uscita alle 20:07. Ieri invece a quell'ora i grandi elettori stavano per cenare in Casa Santa Marta seduti a tavoli da 10 che favoriscono dialoghi tra gruppi e non solo con i vicini, come succederebbe nelle lunghe tavolate.

L'esito dello scrutinio, naturalmente, è segreto. Secondo le interpretazioni della vigilia, dev'essersi trattato di una sorta di «primarie». I porporati accreditati del maggiore numero di voti iniziali erano gli arcivescovi di due tra le più grandi diocesi del mondo, Angelo Scola (Milano) e Odilo Pedro Scherer (San Paolo del Brasile). Prima di entrare in conclave, il brasiliano Raymundo Damasceno Assis ha detto al quotidiano Folha di Sao Paulo che «c'è una polarizzazione su due nomi, però credo ci potrebbe essere una sorpresa. Ho preso vestiti per una settimana».

Un conclave di sette giorni non può definirsi «breve», come assicurato dal direttore della Sala stampa vaticana che ha assistito ai lavori delle congregazioni. La «sorpresa» sarebbe un outsider che supera le candidature della prima ora. Perderebbero dunque quota le possibilità di Scola. Alla disapprovazione di alcuni cardinali per un intervento troppo lungo in congregazione, si sono aggiunte le dichiarazioni di due anonimi porporati intervistati dal Wall Street Journal.

Un cardinale europeo ha detto di voler «sollevare il caso Cl» perché Scola sarebbe «troppo legato alla politica». Un secondo ha aggiunto che Scola ha un buon consenso fuori d'Italia ma non in patria e in Curia. Al giornale statunitense alcuni porporati hanno lodato Cl per aver «infuso nuova vita tra i fedeli», altri hanno disapprovato «i legami con la politica» e Roberto Formigoni. Il portavoce di Scola, don Davide Milani, ha ricordato che il cardinale ha negato già un anno fa qualsiasi coinvolgimento nella carriera politica dell'ex governatore lombardo. Anche l'inglese Guardian ha mescolato politica, giustizia e conclave con un articolo dal titolo «Raid antimafia nella diocesi del front-runner».

Se anche oggi vi saranno due fumate nere, è probabile che la corsa di Scola si sarà fermata.

A chi andrebbero i suoi voti? Forse a Marc Ouellet, teologo amico personale di Ratzinger, più giovane di Scola e con doppia esperienza come vescovo diocesano e curiale. Salirebbero le quotazioni anche del guineano Sarah e del filippino Tagle.

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