Il giro di vite di via Padova mette fine al grande inganno

Via Padova è ormai uno "zoo" che ospita mondi diversi dove ognuno fa vita a sè, "incartata" nel destino e nel degrado di una qualunque periferia

Il giro di vite di via Padova mette fine al grande inganno
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Si può dire ciò che si vuole delle «zone rosse», cioè le aree da cui persone pericolose e con precedenti possono essere allontanate. Che servano, che siano inutili, che siano rimedio o propaganda. Resta il fatto che se si è sentita la necessità delimitare in questo modo alcune zone della città significa che c'è un grave problema di sicurezza. Ieri il comitato per l'ordine e la sicurezza ha aggiunto tra le zone rosse oltre alle Colonne anche via Padova. Qui la politica ha perso. Ma soprattutto ha perso la politica delle ultime amministrazioni di sinistra che in tutti questi anni hanno «propagandato» questa via come il «laboratorio» di una città multietnica e illuminata che avrebbe dovuto insegnare al Paese e all'Europa come si fa integrazione. Non è andata proprio così. Via Padova è ormai uno «zoo» che ospita mondi diversi dove ognuno fa vita a sè, «incartata» nel destino e nel degrado di una qualunque periferia.

Un «ghetto» che parla lingue diverse, che fa preghiere diverse, che mangia cibi diversi con una cinquantina di etnie che si dividono strade, locali, negozi. Non sempre pacificamente. D'ora in poi sarà «zona rossa» che non servirà a nulla ma cancella finalmente un grande inganno...

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