Silvio Berlusconi, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e Rovescio, ha parlato a 360 gradi dell'attualità politica italiana, con riferimento soprattutto alle iniziative di governo intraprese dall'esecutivo di Giorgia Meloni, di cui Forza Italia è parte e pilastro. A poco più di una settimana dall'arresto di Matteo Messina Denaro, Silvio Berlusconi ha voluto ricordare tutte le battaglie condotte contro la mafia anche dai suoi governi e della strenua opposizione alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
La lotta alla mafia
"A lottare seriamente contro la mafia siamo noi. Non è la sinistra giustizialista, quella che usa l'antimafia come strumento di lotta politica, quello che aveva isolato e attaccato Giovanni Falcone da vivo per poi adottarlo e santificarlo da morto", ha dichiarato il Cavaliere, con un excursus storico che i più hanno dimenticato per convenienza. Silvio Berlusconi, quindi, ci ha tenuto a ricordare che "a proposito di eroi e di vittime, il mio primo pensiero, alla notizia della cattura del boss, è andato alla nostra parlamentare Rita Dalla Chiesa, figlia di una delle figure simbolo della lotta alla mafia".
E proprio in riferimento all'arresto di uno dei trenta latitanti più ricercati del mondo, l'ex presidente del Consiglio ha rivelato di essersi sentito "sollevato come quando si è terminato un lavoro. Quando ero presidente del Consiglio i miei governi avevano arrestato quasi 7000 mafiosi e anche 29 dei 30 più pericolosi latitanti per reati di mafia e di camorra. Ne era rimasto in libertà solo uno e il suo nome era Messina Denaro". E quell'uno è adesso assicurato alla giustizia con un arresto che si è concretizzato sotto un altro governo di centrodestra. "Negli anni dei nostri governi, del resto, la mafia ha subito colpi durissimi", ha ribadito il Cavaliere.
Le intercettazioni
Ovviamente, l'arresto di Matteo Messina Denaro non ferma la lotta contro la mafia, che deve continuare con la stessa intensità messa fino a ora. In questo contesto si inserisce la necessità di proseguire con il lavoro investigativo portato avanti anche con le intercettazioni che, come ha sottolineato Silvio Berlusconi, "sono necessarie, indispensabili per le indagini di mafia e di terrorismo. In questi casi nessuno le vuole proibire e neppure noi. Però non si può nemmeno pensare di trattare tutti gli italiani come se fossero sospetti mafiosi o terroristi". In fede ai principi del garantismo, Silvio Berlusconi ha spiegato che "si può e anzi si deve combattere la mafia e la criminalità però senza violare la libertà di cittadini e innocenti, come fanno molti magistrati perbene. Altrimenti si va verso un modello come quello cinese in cui tecnologie più avanzate sono usate per reprimere le minoranze religiose e gli oppositori".
La riforma della giustizia
Nel giorno in cui Carlo Nordio ha incontrato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi per stabilire insieme le prossime mosse nell'ambito della giustizia, Silvio Berlusconi ha rinnovato la sua fiducia al Guardasigilli, ribadendo che "ai sacrosanti impegni del nostro ministro Nordio devono seguire i fatti, le norme di legge su cui lavorare concretamente in Parlamento sono assolutamente importanti. Però Nordio ha indicato la strada giusta, finalmente una strada garantista, che per noi è irrinunciabile". Quella che si prospetta all'orizzonte è una riforma della Giustizia librale, perché come dichiarato dall'ex premier, quel che serve all'Italia ora è una riforma "che tuteli la libertà dei cittadini, lo stato di diritto, la professionalità dei magistrati seri, la terzietà dei giudici è una delle ragioni per le quali esiste questo governo. E mi sembra che su questo sia d'accordo non soltanto l'intera maggioranza, ma anche una parte dell'opposizione".
L'aumento delle pensioni
Immancabile per il Cavaliere un riferimento alle pensioni, una battaglia che con Forza Italia porta avanti da 29 anni, fin dagli albori della discesa in campo. "Abbiamo compiuto un primo passo nella giusta direzione portando le pensioni minime a 600 euro. Per noi gli impegni presi con gli elettori sono sacri: avevamo promesso di innalzare le pensioni minime per tutti a 1.000 euro e nel corso della legislatura lo faremo, con assoluta determinazione", ha spiegato Silvio Berlusconi, sottolineando che non può essere un lavoro da fare in tempi rapidi ma è necessario tutto il tempo della legislatura. "Dovremmo procedere anno per anno tenendo conto dei vincoli di bilancio che l'Europa ci impone", ha concluso.
Il nodo carburanti
Nel suo intervento, Silvio Berlusconi si è soffermato anche sullo sciopero dei gestori delle stazioni di servizio, proclamato per 48 ore ma poi ridotto a 24 da parte di tutte le sigle sindacali. Il Cavaliere si è complimentato con il ministro Adolfo Urso, sottolineando che le uniche vittime di questo sciopero sono stati i cittadini. Tuttavia, ha voluto precisare che "i gestori su una cosa hanno davvero ragione: non meritano di essere indicati come i responsabili degli aumenti dei prezzi della benzina o addirittura uno degli speculatori. Gli aumenti dei mesi scorsi non dipendevano in alcun modo dai benzinai, che anzi ne erano vittime come noi".
Le elezioni regionali
A due settimane o poco più dal voto in Lombardia e nel Lazio per il rinnovo dei consigli regionali, Silvio Berlusconi è pronto a quest'ennesima battaglia che lo vede in prima linea per sostenere i candidati del centrodestra, che tutti i sondaggi danno in netto vantaggio. "Sto lavorando tanto nella campagna elettorale per le elezioni regionali e ci sono ancora molte cose da fare per la nostra Italia. Io non mi tiro indietro".
Per il governo Meloni"è un bilancio certamente positivo, possiamo dire di essere partiti con il piede giusto. Sono soddisfatto, tenendo conto del poco tempo a disposizione e della necessità di amalgamare una nuova squadra di governo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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