Il governo si sveglia, stop a Iva e Imu

Entro fine agosto il decreto: abolita la tassa sulla prima casa e l'aliquota sui consumi resta al 21%. È la vittoria del Pdl

Il governo si sveglia, stop a Iva e Imu

Roma - Il caso Shalabayeva è nell'aria. Alle 8,30 del mattino, quando al primo piano di Palazzo Chigi inizia il vertice di maggioranza, tutti hanno già letto i giornali. Ma nessuno ne parla: per rispetto, cautela politica, pudore istituzionale.
Così, per rompere la tensione, è proprio Enrico Letta ad affrontare l'argomento. Angelino Alfano è al suo fianco nel tavolone dell'anticamera del sottosegretario alla presidenza. Il presidente del Consiglio conferma che oggi sarà in Parlamento durante la discussione sulla mozione di sfiducia sul «suo» ministro dell'Interno. E con lo sguardo cerca Roberto Speranza, il capogruppo del Pd alla Camera.
Quella mossa d'anticipo annulla l'elettricità nell'aria. Ma ancora di più riesce il cambio di rotta tratteggiato da Letta e condiviso da Saccomanni sulla politica economica. Non più interventi di corto respiro (solo contabili), ma avvio di un programma di riforme: dalle tasse sulla casa alla delega fiscale, ai debiti della pubblica amministrazione.

Alle tensioni del caso kazako non è opportuno aggiungere la benzina dell'Imu: deve aver spiegato il presidente del Consiglio al ministro dell'Economia. Così, il premier assume la regia della riunione e offre aperture al Pdl. Ed il ministro asseconda.
Entro fine agosto - annuncia il premier - il governo presenterà un decreto legge che modificherà la fiscalità sugli immobili. Ed all'interno del provvedimento troverà spazio anche la riforma dell'Imu. Saccomanni annuisce. E quando termina di parlare Letta, il ministro annuncia: ho qui un documento di 70 pagine predisposto dall'Economia sulla riforma della fiscalità sugli immobili. I tecnici hanno finito di predisporlo questa notte. Per questo non lo posso consegnare.
E proprio quel testo sarà la base di discussione del tavolo di confronto sull'Imu che nei prossimi giorni si aprirà all'Economia con le forze di maggioranza. Lì si fronteggeranno le proposte elaborate dal Pdl («Anche noi abbiamo un documento a riguardo», spiega Brunetta) e quelle del Pd («Occorre mettere le mani nelle tasche di chi più ha», osserva Speranza). Il risultato entrerà a far parte del decreto legge.

Letta asseconda anche la richiesta di rivedere le coperture finanziarie del rinvio dell'aumento a ottobre di un punto d'Iva. Le presenterà il governo al Senato. Ma non saranno annullati per intero gli aumenti degli acconti fiscali. Potrebbero essere attenuati grazie all'uso di altre coperture. Saccomanni tira fuori una tabella e inizia a leggerla. Se riduciamo queste agevolazioni fiscali - dice, senza nominare quali agevolazioni siano riportate dalla tabella - possiamo ottenere 500 milioni; se agiamo su quest'altra, 800; su quest'altra, ancora, possiamo recuperare un miliardo.
Ma si tratterà di coperture che, in qualunque caso, avranno durata breve: fino alla fine dell'anno. Perché, a partire dal 2014, l'Iva non aumenterà in quanto il governo si è impegnato ad accelerare e ad aumentare la quota di debiti della pubblica amministrazione che verranno rimborsati alle imprese. E attraverso il volano economico che verrà prodotto dai rimborsi, si finanzierà il mancato aumento dell'Iva. Ed è assai probabile che anche i nuovi rimborsi verranno definiti con il decreto annunciato da Letta entro la fine di agosto. Un provvedimento che potrebbe addirittura anticipare parte della manovra finanziaria che poi verrà fotografata con la legge di Stabilità.
Alla fine, tutti soddisfatti. Saccomanni s'affida a un tweet: «Apertura, confronto, collaborazione: un nuovo metodo di lavoro».

Schifani sottolinea «il clima di confronto costruttivo». Brunetta soddisfatto: «Accolte le nostre proposte». Come a dire, finora l'atmosfera delle altre cabine di regia era stato diverso. Effetto Shalabayeva sui conti pubblici.

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