Dal viaggio a Strasburgo con Di Battista all’annuncio dell’abolizione della povertà, passando per l’alleanza con il partito di Bibbiano e l’ennesima giravolta, l’addio al suo tanto amato Movimento 5 Stelle per mettersi in proprio. Da antisistema a draghiano, da populista a volto di spicco dell’europeismo. Luigi Di Maio è giovane, ma ha già attraverso numerose vite politiche. Un professionista della giravolta. Ora, nonostante il periodo particolarmente sfavorevole, è pronto a rimettersi in gioco, a recitare un ruolo da protagonista.
Sei mesi da dimenticare
Gli ultimi sei mesi sono stati particolarmente difficili per Gigino. Ministro degli Esteri del governo Draghi – con il quale ha coltivato un ottimo rapporto – Di Maio non è riuscito a strappare un seggio in Parlamento, nonostante l’ingresso dell’ormai defunto Impegno Civico nell’ammucchiata a guida Partito Democratico. Progetto sotto l’1 per cento nonostante una campagna elettorale intensa, ricca di annunci e di promesse, con più contestazioni che applausi.
Con il cambio di governo, Di Maio ha perso lo status di frontrunner per la nomina a inviato dell’Unione europea nel Golfo persico. Dimitris Avramopoulos sembrava aver messo la freccia sul campano, ma ora deve fare i conti con lo scandalo Qatargate, avendo ricevuto uno stipendio da 60 mila euro dall’Ong di Antonio Panzeri. La partita è aperta, ma la strada per l’ex grillino resta in salita.
E ancora, il nuovo fronte – questa volta economico – con il M5s. Il Movimento, infatti, ha annunciato di voler trattenere circa due terzi del Tfr – 30 mila euro – che spetta agli ex deputati/senatori non più iscritti al partito grillino. Non è mancato il botta e risposta a distanza, ma senza un accordo la palla passerà ai giudici.
Ora Di Maio prova a riaccreditarsi
Insomma, una fase delicata per il trentaseienne. Ma Di Maio ha già dimostrato in più di un’occasione di sapersi reinventare, di scavalcare gli ostacoli più complessi. E anche per questo motivo non stupisce il suo tentativo di riaccreditarsi con l’editoriale dedicato all’Ucraina firmato per Il Foglio. Un’analisi approfondita del conflitto scoppiato lo scorso 24 febbraio, con i riflettori accesi sulla comunità occidentale e sulle “pulsioni europeiste, atlantiste, democratiche e sovrane della nazione ucraina che hanno influenzato il dibattito pubblico in tutto il mondo”: “Un fenomeno che ha impresso forti accelerazioni a processi economici, energetici e politici, dopo anni di inerzia. Siamo stati messi davanti a uno specchio, e abbiamo visto chiaramente alcune delle nostre contraddizioni.
La nostra consapevolezza come Stati è cambiata. E stiamo correndo ai ripari verso un modello più resiliente e sovrano”. Elogi a Ue e Nato, ma soprattutto al popolo di Zelensky. Il messaggio è chiaro: Di Maio è pronto a tornare in campo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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