Grillo scatenato: "Senza di noi nazisti al parlamento"

Il leader del M5S a Firenze per la raccolta delle firme necessarie per correre alle elezioni evoca scenari foschi. E prende di mira il ministro dell'Interno

Grillo scatenato: "Senza di noi nazisti al parlamento"

"Se noi non entriamo a quel punto arrivano le Albe dorate, gente che emula Hitler. Entrano i nazisti in parlamento con il passo dell’oca". Come al solito a Beppe Grillo piace spararle grosse. Lo fa anche stavolta, a Firenze, dove si trova per il "firma-day", la raccolta di adesioni per presentare la lista del Movimento 5 Stelle alle prossime politiche. Il meccanismo ormai è ben oliato: qualche dichiarazione a effetto (con o senza vaffa) e il gioco è fatto, i titoli dei giornali arrivano e il tam-tam mediatico non può che portare curiosità da parte dei cittadini-elettori. Checché ne dica Grillo, che quasi sempre se la prende coi giornalisti rifiutando loro le interviste (quando gli fa comodo), o impedendo ai suoi militanti di partecipare ai talk show (perché fanno perdere voti).

Ecco, dunque, il Grillo pensiero di oggi: "Sta tornando la destra che non discute. Se arriva Hitler vai a parlargli del comma 5. Stiamo tenendo in piedi la democrazia (tema questo ripetuto). Noi - ha aggiunto Grillo - siamo il cuscinetto. Siamo necessari alla democrazia".

Poi torna a lamentarsi della corsa per presentare le firme: "Noi siamo pronti" per le elezioni, ma "c’è anche la possibilità che non ce la facciamo a entrare: magari possono inventarsi qualche cavillo e non farci entrare. A quel punto noi ci ritiriamo". E ironizza prendendo di mira il Viminale: "Scrivete chiaro e stampatello (dice a chi firma, ndr), state molto attenti, la Cancellieri è sul chi va là, basta una virgola: fotocopiate tutto, per ogni intervista bisogna avere un’intervista di riserva, state attenti che i moduli siano giusti, possiamo aspettarci di tutto".

Ma chi sarà il candidato premier del M5S? Grillo risponde così: "Il Movimento Cinque Stelle non avrà un candidato premier" alle prossime politiche, ma un "portavoce" che sarà eletto dal movimento stesso. Ora, distinzioni linguistiche a parte, l'indicazione del candidato premier è obbligatoria, in base alla legge elettorale stessa. Lo si può chiamare portavoce, segretario o in qualunque altro modo, ma resta pur sempre un candidato premier. Checché ne dica Grillo. La domanda è: sarà lui o no a fare il portavoce? Vedremo.

Grillo ci tiene a marcare la differenza tra il suo movimento e i partiti "normali". E sottolinea che "se ci sarà gente che fa politica per il proprio tornaconto sarà mandata via". A chi lo accusa di essere antidemocratico (non da ultimo per le epurazioni di Tavolazzi, Favia e Salsi), lui risponde: "La nostra è una iperdemocrazia.

Io ho votato online nella mia circoscrizione, ho messo tre preferenze, ho impiegato tre minuti". Poi aggiunge: "E' normale che in democrazia ci siano dei dissidenti". Meno normale, però, è che questi vengano cacciati via.

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