Guai in vista per De Benedetti: raffica di indagati a centrale di Vado

Si muove qualcosa nell’inchiesta sulla centrale che, stando alle ipotesi degli inquirenti, inquina e uccide. Le toghe ci vanno caute. Forse perché c'entra De Benedetti?

Guai in vista per De Benedetti: raffica di indagati a centrale di Vado

Leggi il testo della sentenza del Tribunale di Milano n 8289/2017 che ha giudicato diffamatorio il presente articolo

A Vado Ligure, comune alle porte di Savona, qualcosa si muove. Sembra, infatti, esserci stata una svolta nell’inchiesta sulla centrale che, stando alle ipotesi degli inquirenti, inquina e uccide, Oggi la procura di Savona ha iscritto una decina di nomi nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di disastro ambientale. Gli inquirenti mantengono il più assoluto riserbo sull’identità e sui ruoli degli indagati. Tanto riserbo è dovuto, probabilmente, perché nel mirino della magistratura savonese è finito il management della Tirreno Power, società proprietaria dell'impianto di cui Carlo De Benedetti controlla il 50%.

Nel 2002, grazie alla liberalizzazione del mercato dell'energia contenuta nella prima "lenzuolata" del ministro dell'Industria Pier Luigi Bersani, l'Ingegnere compra dal Tesoro diversi impianti dall'Enel. Tra questi c'è anche la centrale di Vado Ligure, contestata già a suo tempo perché alimentata a carbone. Mentre le centrali termoelettriche a carbone di Genova e La Spezia faticano a ottenere permessi per ampliamenti e ristrutturazioni, quella di Vado ottiene i via libera richiesti. Peccato che dei quattro gruppi produttivi, i due alimentati a carbone non sono ancora stati riconvertiti. Secondo i periti della procura di Savona, dal 2000 al 2008 avrebbe causato migliaia di morti, come ipotizzano i consulenti assoldati dalla Procura. In procura è stato aperto anche un altro filone della stessa inchiesta per omicidio colposo e lesioni colpose contro ignoti. In questo senso si attendono le risultanze di analisi epidemiologiche che valutino la causalità tra decessi ed emissioni della centrale. È un nuovo caso Ilva, anche se l'indagine procede con molta cautela e senza la grancassa mediatica: finora le reazioni del mondo politico sono, infatti, sorprendentemente caute. "È un passaggio chiave ma i vadesi si attendono risposte chiare ed efficaci", ha commentato il sindaco di Vado Ligure Attilio Caviglia.

Come dimostrato dal Giornale, che qualche mese fa aveva pubblicato gli esami epidemiologici compiuti dai consulenti della procura di Savona, a Vado Ligure si registrano mille morti in più per cancro rispetto ai parametri scientifici presi a riferimento. Secondo l'Istituto tumori di Genova, nel decennio che va dal 1988 al 1998 a Vado sono morte di cancro 112 persone su 100mila contro una media nazionale di 54. Oggi la Tirreno Power, che da quarant'anni brucia fino a 4mil tonnellate di carbone al giorno, sta sempre attenta a non coinvolgere, nemmeno di striscio, De Benedetti. Ogni volta che l'impianto di Vado finisce sui giornali per le indagini della magistratura savonese, il gruppo si affretta a precisare che l'Ingegnere è solo un azionista di minoranza attraverso la società Sorgenia (gruppo Cir).

Peccato che nel 2002, ai tempi dell'acquisizione dall'Enel, Repubblica titolava trionfalmente Interpower al gruppo Cir e attribuiva il successo alla "cordata messa a punto dalla Cir e ai rapporti personali tra Carlo De Benedetti e Gerard Mestrallet, numero uno della Suez".

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