Si prospetta un testa a testa tra Cuperlo e Renzi per le primarie del Partito Democratico. In vista della convenzione nazionale del 24 novembre, quando saranno scelti i tre candidati alla segreterita del partito, il 46,7% degli iscritti ha votato per Matteo Renzi, mentre Gianni Cuperlo si ferma al 38,4%. Pippo Civati conquista il 9,19%, mentre Gianni Pittella ha ottenuto poco meno del 6% dei voti.
Si tratta ancora di dati "ufficiosi", come ha sottolineato il responsabile organizzazione del partito Davide Zoggia, precisando che in alcune realtà si sta ancora votando. "Potranno esserci variazioni, ma non significative", ha aggiunto. In particolare alcuni congressi, come quello di Asti, Rovigo e Frosinone, sono ancora in corso. "Si è votato in
7 mila circoli e la partecipazione è stata poco sotto i 300 mila iscritti che hanno votato nei congressi di circolo", ha spiegato Zoggia, dando anche qualche dettaglio sui dati regionali. In Veneto Cuperlo ha ottenuto il 35,7&, contro il 47,7% di Renzi, il Liguria le percentuali sono 42,4% a 43,6%.
Un risultato già criticato da Massimo D'Alema, che non perde l'occasione di attaccare il sindaco di Firenze definito "ignorante e superficiale". Secondo l'ex premier, inoltre, "in quasi tutte le grandi aree urbane ha prevalso Cuperlo, che raccoglie un voto giovanile e un voto maturo di chi pensa che non possiamo diventare un partito che assomigli alla peggiore Democrazia cristiana". Anche se, ammette, "c’è comunque un testa a testa: Renzi non raggiunge il voto della maggioranza assoluta degli iscritti. Forse avrà il 43-44%, ma Cuperlo avrà il 42%". "Questa battaglia congressuale resta aperta e noi combatteremo fino all’ultimo voto", promette.
Una posizione da cui ha preso le distanze Cuperlo, ma che è solo "una manfrina" secondo Pippo Civati: "Penso che in realtà D’Alema non veda l’ora di fare l’accordo con Renzi", ha detto, "L’affossamento del Pd storicamente non è colpa di Renzi, ovviamente, e non è detto che Renzi faccia male. Il punto è capire davvero le posizioni: un dalemiano doc come Latorre sostiene Renzi... Seguite questi indizi".
Dopo lo scandalo delle tessere false, tra l'altro, una nuova tegola potrebbe abbattersi sul Pd. Pippo Civati ha infatti denunciato "non rari casi" di irregolarità nel voto, tra cui quello di Isernia, dove su 535 tesserati nel 2012, prima del congresso ne risultavano 429 tessere a cui si aggiungono altre 201 inviate in fase congressuale, per un
totale di 630 iscritti. "Nessuna certificazione prodotta dalla federazione, come richiesto dal regolamento, e un numero di votanti che ieri si è magicamente chiuso a 823, quasi 200 in più delle tessere effettivamente presenti sul territorio. È una vergogna", dice Civati, "Il Pd rischia di uscirne completamente screditato, intervenga la commissione e sanzioni i disonesti".
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