"Hai votato con la destra", "Non fate i pecoroni". Scintille tra Conte e Calenda

Il presidente del M5S attacca: "Mi preoccupa quando con l'amico Renzi voti con la destra". Il leader del Terzo Polo s'infuria: "Non è mai successo". E partono i fischi dalla sala Cgil

"Hai votato con la destra", "Non fate i pecoroni". Scintille tra Conte e Calenda

Questa volta il botta e risposta tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda non è stato a distanza come spesso è accaduto: oggi i due sono stati protagonisti di un'animata discussione l'uno al fianco dell'altro in occasione del congresso della Cgil a Rimini. Il battibecco tra i due non è durato tantissimo, ma comunque ha finito per far sbottare l'ex ministro dello Sviluppo economico che infine ha ricevuto più di qualche fischio dai presenti in sala.

Il leader del Terzo Polo ha fatto una premessa per tentare di compattare il fronte delle opposizioni, invitate a marciare compatte ad esempio sul tema della sanità, e ha rivendicato l'intento di togliere voti al centrodestra per portarli al suo mulino. Immediata è stata la replica del presidente del Movimento 5 Stelle, che ha fatto una precisazione da cui poi è partita la lite: "A me non preoccupa affatto quando prende qualche voto dalla destra. Mi preoccupa quando tu, con il tuo amico Renzi, voti con la destra".

L'uscita di Conte è stata accolta dagli applausi dei presenti ma al tempo stesso ha fatto subito scattare la reazione di Calenda, che ha chiesto di elencare in quali occasioni c'è stata una convergenza di voto: "Scusate, a me va bene tutto. Voi potete applaudire, però uno di voi che ha applaudito mi dice quando ho votato con la destra?". È stato citato l'esempio dell'invio di armi all'Ucraina per difendersi dall'invasione della Russia, ma va detto che si tratta di un campo che ha raccolto una certa trasversalità in Parlamento.

"Ah, ma allora ho votato anche con il Pd. È di destra il Pd? E allora invece di fare i pecoroni ragionateci prima di applaudire. Noi con la destra non abbiamo mai votato", ha infatti aggiunto con grande enfasi il leader del Terzo Polo. Non sono passati inosservati i fischi arrivati dalla platea, che evidentemente non ha gradito la sfuriata di Carlo Calenda.

Già in precedenza l'ex ministro dello Sviluppo economico ha dovuto fare i conti con un ambiente piuttosto frizzantino. Parlando del Jobs Act ha smentito la narrazione secondo cui non ha creato posti di lavoro, ma anche in quella circostanza è stato punzecchiato dai presenti.

Calenda ha così colto al balzo l'occasione per rinfacciare l'incoerenza rispetto ai cortei che la sinistra puntualmente fa ma che in determinati momenti dimentica: "Amici belli, voi fate 200 manifestazioni per difendere la democrazia, fatemi finire di parlare perché sennò è complicato...".

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