I soldi ai partiti dal Duce a oggi in un lobbismo all'amatriciana

I soldi ai partiti dal Duce a oggi in un lobbismo all'amatriciana

Né con loro, né senza di loro. I partiti, purtroppo, sono indispensabili per la democrazia di un Paese. Non c'è nulla da fare. E gli italiani che si dicono schifati dalla politica, in realtà non possono fare altro che rimanerne assoggettati. Invece di rifiutarli, potrebbero fare qualcosa per cambiarli. L'unica salvezza è questa. Ma per farlo è utile capire cosa sta davvero dietro ai partiti: soldi, tanti soldi. E pare incredibile, ma dal fascismo ad oggi poco o nulla è cambiato nell'organizzazione dei movimenti politici. Ad analizzare questo oscuro mondo ci ha provato la ricercatrice ventisettenne Ylenia M. Citino con il libro Partiti a tutti i costi. Il finanziamento dei partiti dal fascismo a oggi (Sperling & Kupfer, 18 euro, 352 pp.) con prefazione di Silvio Berlusconi. Dai quattrini al Duce (non era tanto diverso da oggi) passando per l'ex Urss, proprietaria occulta del Pci, la Citino passa in rassegna tutto l'apparato politico italiano ed europeo, toccando anche Tangentopoli, fino a trattare la stretta attualità con gli scandali Lusi, Fiorito e Belsito («i re Mida dei partiti»). Le interviste a politici e tecnici, l'approfondimento sulle esperienze degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti, l'esame delle varie posizioni espresse sui temi di un lobbismo un po' all'amatriciana e dei contributi dei privati completano l'analisi della bizzarra situazione legislativa.

Un libro che fornisce una base alla riflessione sui modi e gli strumenti attraverso i quali i partiti potranno garantire la democrazia al loro interno e la trasparenza nella gestione delle risorse, riguadagnare la fiducia dei cittadini e recuperare il legame con il «Paese reale». Un libro-inchiesta che come scrive Berlusconi «accende un faro sulle assurdità del sistema attuale, assurdità che in troppi casi si sono trasformate in abusi personali».

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