Ilva, l'autodifesa di Vendola più imbarazzante delle risate

La giustificazione choc del governatore che sghignazzava al telefono: ho preso in giro quel giornalista perché volevo ingraziarmi i Riva

Ilva, l'autodifesa di Vendola più imbarazzante delle risate

Quando la toppa è peggio del buco. Più Nichi Vendola fa l'indignato e si sforza di dare una nobile aura istituzionale alle risate al telefono con l'ex pr della famiglia Riva Girolamo Archinà, al centro di una bufera dopo che il sito del Fatto Quotidiano ha pubblicato l'audio dell'intercettazione, più s'incarta, peggiorando la situazione. E così ieri, pur scusandosi col giornalista da lui deriso (e chiamato «faccia di provocatore»), il leader Sel l'ha sparata grossa: quelle risate, quel tono confidenziale con Archinà che ha fatto imbestialire i militanti di sinistra più ancora delle risate sul cronista che chiedeva conto dei morti di tumore zittito da Archinà strappandogli il microfono, altro non erano che una captatio benevolentiae per ingraziarsi i Riva e cercare di salvare i posti di lavoro dell'Ilva, conciliando tutela ambientale e occupazione. Et voilà, la capriola è servita. Nichi, il fustigatore; Nichi, l'affabulatore che affascina le folle con le sue narrazioni sì, magari incomprensibili, ma che suonano tanto tanto bene; Nichi, quello che predica la politica nuova, in privato è un politico uguale agli altri. Anzi peggio, per i suoi fan, che su Facebook lo hanno tempestato di insulti invitandolo a fare un passo indietro. Nella telefonata intercettata finita sul sito del Fatto, tra una risata e l'altra, in effetti un indizio c'era: «Dica a Riva che il presidente non si è defilato», diceva Vendola dopo aver confessato di aver riso «per un quarto d'ora» per il video di Archinà che strappava il microfono al cronista di Taranto Blustar Tv. E infatti, dal web, Vendola si era già attirato un vespaio. Ieri, a mo' di scusante, la giustificazione choc del governatore, più imbarazzante delle stesse risate: «La confidenza nelle telefonate con il mio interlocutore, che era il responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva, l'ambasciatore della proprietà, era normale perché era una confidenza legata a raggiungere degli obiettivi. Per me difendere i posti di lavoro non è una cosa di cui debba vergognarmi. Sono orgoglioso di aver difeso ogni giorno ogni singolo posto di lavoro». Vendola ha parlato espressamente di captatio benevolentiae nei confronti del suo interlocutore» (Archinà, ndr), spiegando che deridere il giornalista era «strumentale» a ingraziarsi il suo interlocutore e il patròn dell'Ilva. Il governatore, comunque, ieri ha chiesto scusa, con un sms e una telefonata, al giornalista preso in giro, Luigi Abbate. «Mi ha detto che era in un momento di stanchezza – ha raccontato il cronista – appena tornato dalla Cina e gli è venuto da ridere vedendo che Archinà mi strappava il microfono. Però si parlava di un argomento serio, non c'era nulla da ridere».

Nonostante le capriole di Vendola e l'inusitato buonismo di chi, come la leader della Cgil Susanna Camusso, liquida la questione con un secco «il gossip sulle intercettazioni non si può fare», il caso non è chiuso. Domani si riuniranno i presidenti dei gruppi consiliari per fissare la data di una convocazione urgente del Consiglio regionale della Puglia. All'odg, l'intercettazione del governatore.

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