Caro Massimo,
penso che non sia assolutamente corretto, anzi che sia persino criminoso, pubblicare segmenti di intercettazioni il cui contenuto esula e si discosta ampiamente dall'ambito e dall'argomento che costituiscono oggetto dell'indagine per la quale sono state autorizzate quelle intercettazione medesime. Tuttavia il problema non sta soltanto nelle redazioni dei giornali, bensì soprattutto a monte. Infatti se è scorretto pubblicare, ancora di più lo è fare uscire dalle procure e quindi divulgare il materiale relativo ad una inchiesta giudiziaria corredato per di più di altre parti le quali, pur non avendo alcun valore investigativo o probatorio e non rivestendo alcun interesse pubblico, vengono incluse in quanto è chiaro che potrebbero solleticare gli appetiti dell'opinione pubblica, che ama avere in pasto oggi questo e domani quello. Perché sono stati diffusi i dialoghi in cui Santanchè si esprime su Chiara Ferragni? Il motivo è semplice: perché l'influencer Ferragni, in questo momento, è particolarmente sotto i riflettori per via non soltanto del caso Balocco ma anche per via della separazione dal cantante Fedez. Quindi accostare due nomi quali Santanchè e Ferragni, che nulla ci azzeccano perché appartengono a mondi diversi, fa scalpore, incuriosisce, colpisce. Eppure i giornali, per vendere più copie, non dovrebbero contravvenire a certi principi, come quello del rispetto della privacy. Il diritto alla privacy non si perde solo perché si è in qualche maniera famosi, popolari. Dunque, Santanchè, quantunque indagata, è libera di estrinsecare le sue opinioni su chicchessia, Ferragni inclusa, senza correre il rischio che le sue conversazioni private vengano poi pubblicate sui quotidiani allo scopo di destare scandalo e di richiamare lettori-consumatori.
Fermo restando quindi che la pubblicazione delle intercettazioni cui ti riferisci è stata deontologicamente e giuridicamente deprecabile, vorrei soffermarmi un attimo sul contenuto delle esternazioni di Santanchè su Ferragni. Cosa ha dichiarato il ministro di tanto sconveniente da indurre i giornali a farci titoli e articoli? Nulla. Proprio nulla. Un bel niente. Santanchè si è limitata a fotografare la realtà, magari ricorrendo ad un termine considerato colorito, quale sfigata, riferito a Ferragni. Il senso delle parole di Daniela è sostanzialmente questo: gli influencer ormai hanno preso il posto degli intellettuali, degli specializzati, dei giornalisti in diversi settori. È un fatto sociologico. Alle sfilate dei marchi più prestigiosi il posto riservato è conservato per loro e non per gli esperti che raccontano la moda. Sfigato è adoperato quale sinonimo di incompetente, individuo senza arte né parte. Il mondo è rapidamente mutato negli ultimi lustri e non si può redarguire Santanchè poiché sottolinea il vero.
Ma sai chi è veramente sfigato? Quei giornalisti che si servono di
materiale che nemmeno dovrebbero possedere allo scopo subdolo e disonesto di infangare un individuo pur senza disporre di nulla di tangibile, cercando invano di montare su un caso politico e mediatico.Questo sì che è da sfigati.
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