Ma, basta! Ma cos'è questa corsa all'accaparramento a sinistra dell'ultimo dei gay? Mi infurio quando leggo e sento che la tutela dei miei diritti è scritta a matita rossa! Sono già in assetto da guerra, pronto come un Samurai a difendere la dignità della mia libertà di «uomosessuale» da qualsiasi ridicolaggine della politichetta.
Da anni lotto per mantenermi libero da ogni marchio, da ogni categorizzazione. Da una vita, non concedo un millimetro alle tessere di partito. E sì, che di tessere avrei potuto collezionarne una quantità spropositata: movimenti d'opinione, associazioni culturali, gruppi religiosi, partiti politici, saune, discoteche, pub, e chissà, forse, autofficine, verdurai e speziali. Tutti Rainbow! Ma, io, mai! Mi hanno cercato in tanti. Hanno tentato di farmi indossare la giubba. Rossa, rosa, arcobaleno. Ed io, ancora, mai!
E, per questo, non faccio parte di quella schiera di froci riconosciuti e autorizzati a parlare in pubblico a nome della categoria. I cotonati televisivi. I sibilanti radiofonici. Gli impomatati politici. I larvanti filoreligiosi. Non ci prendo parte e non mi taglio le vene. Anzi. Ho più tempo da dedicare alla mia vita. Alla famiglia. Al mio Dio. Al lavoro. Ai miei progetti sociali, come MafiaNò! Spendo le mie giornate, adesso, nella mia ritrovata Calabria. L'attenzione delle istituzioni, la stima della gente comune, la dignità del consenso: ecco cosa si ottiene, quando si resta liberi da ogni marchio a fuoco. Rabbrividisco se qualcuno dice cazzate sull'omosessualità (non solo sui gay). A prescindere che la castroneria parta da destra o da sinistra.
E voto a destra. E sono cattolico, e praticante. E detesto ogni forma di dittatura. Da quella politica e sociale, a quella filosofica e culturale. Non amo le imposizioni letterarie, né quelle delle arti figurative. Non mi piace il «teatro di qualcuno», né la musica di partito. O, meglio, leggo tutto, osservo tutto, ascolto di ogni, studio e scelgo! Ecco, scelgo. Sempre. E, per farlo lucidamente, coscientemente, serenamente, me ne fotto delle tessere e delle opportunità pilotate.
Delle polemiche di queste ultime ore, ne indosso il disagio: le esternazioni della Biancofiore non mi fanno certo brindare a spumante. Ma sono le «sue» posizioni, tutte da verificare. I miei amici «di destra» mi hanno telefonato, dissociandosene. E questo mi conferma che, su questo argomento, l'opinione resta tutta e solo personale.
Sulla tutela dei diritti di tutti, invece, la politica ha l'obbligo di intervenire. Confrontandosi, e tenendo conto della velocità con cui la società si evolve e del vigore con cui gliene chiede la soluzione.
Nino Spirlì
Attore e autore del libro "Diario di una vecchia checca"
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