"Gli italiani devono reagire di fronte all'avanzata islamica"

Il rischio di attentati è dietro l'angolo sia in Italia che in Europa che, per il presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale, "è stato colpevolmente dimenticato nei Paesi dell'Occidente"

"Gli italiani devono reagire di fronte all'avanzata islamica"
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Il terrorismo islamico torna a essere una paura concreta per l'Occidente a seguito del riacutizzarsi del conflitto mediorientale. Un pericolo che, come spiega l'avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale e direttore dell'Osservatorio di politica estera di Cpi, "è stato colpevolmente dimenticato nei Paesi dell'Occidente". Eppure, spiega il legale, il rischio non è mai stato realmente a zero ma, semplicemente, "in nome di una finta integrazione era stato sottaciuto". Anche per questo motivo, adesso, "ci ritroviamo a fare i conti con una realtà pericolosa e imprevedibile".

I rischi di questa voluta ignoranza da parte dell'occidente sono enormi, se si considera che "l'islamismo che si rifà alla sharia e ai precetti politici contenuti nel Corano ha una connotazione oscurantista che facciamo finta di dimenticare". Gli attentati al mondo occidentale, sottolinea Tirelli, non sono in realtà mai finiti e quelli di Hamas in Israele del 7 ottobre sono solo l'esasperazione di un clima di terrore che da sempre il mondo islamico cerca di imporre a quello cristiano. "La comunità europea, e quella italiana hanno il diritto (ma anche il dovere) di difendere se stesse e i propri cittadini da chi, brandendo un'arma al grido di Allah Akbar, mira alla morte e distruzione della nostra civiltà", prosegue Tirelli. La sostituzione religiosa è un tema sempre più attuale, che si concretizza in ogni attentato che viene compiuto nel nome di Allah. Il mondo occidentale, nell'ideologia islamica, è visto come "infedele" e quella cultura che non riconosce Maometto dev'essere estirpata. Il loro obiettivo è la conversione del pianeta alla religione musulmana, pena l'annientamento in nome di Allah. Niente di diverso da quanto visto in Israele il 7 ottobre.

Ma persone con una tale concezione del mondo ce le siamo messe in casa in anni e anni di accoglienza indiscriminata, che ha loro permesso di entrare e di fare proselitismo, creando ulteriori basi radicalizzate che ora sono pronte a colpire l'Occidente nel nome di Allah. Il tempo della morbidezza, per Tirelli, è finito davanti a tali brutture e gli italiani devono "ritrovare l'orgoglio e difendere 20 secoli di progresso culturale, sociale e storico. Gli italiani devono saper reagire, anche sul piano armato, per difendere la propria incolumità". La legge del Corano è l'unica che nell'Islam ha validità e in nome di quella si agisce e si uccide, come di evince in ogni attentato compiuto nel nome di Allah in Europa negli ultimi vent'anni.

I lupi solitari sono la grande sfida moderna e attuale dell'Occidente, in nome del principio di autodifesa, che a livello nazionale per l'avvocato è "sacrosanto e in caso di minaccia va esercitato anche contro le masse arabe che agiscono in nome di una religione estremista, una grande polveriera pronta esplodere al comando di potenti Paesi arabi". La riflessione del legale è piuttosto dura quando sostiene che "l'Islam moderato è un'invenzione dell'Occidente a cui non corrisponde una reale entità delle intenzioni e soprattutto delle azioni del mondo islamista che si richiama alla jihad e ai testi sacri combattenti per dichiarare guerra al nostro mondo". Nel Corano tutto questo è giustificato, le uccisioni compiute nel nome di Allah non sono solamente consentite ma sono addirittura un mezzo per elevare l'anima.

È il principio che ha mosso i kamikaze ieri e che li muoverà domani. Mentre l'Occidente si è ammorbidito cercando di abbracciare una cultura così distante, abbassando le proprie difese nel nome dell'accoglienza, il mondo islamico si è rafforzato, ha usato i punti deboli delle nostre società per infiltrarsi e per mettere le proprie radici, minacciando le nostre. Il mondo libero occidentale rischia di essere assorbito da quello islamico, dalla legge del Corano. Siamo disarmati e pressoché impotenti davanti a un nemico che abbiamo invitato e fatto sentire come a casa propria, che si è insinuato facilmente in attesa di colpire al cuore della nostra cultura.

Forse c'è ancora tempo per recuperare ma, come dice Tirelli, è necessario ritrovare l'orgoglio di essere europei e cristiani, in un mondo in cui i praticati della religione islamica crescono e quelli cristiani diminuiscono. Ritrovare l'orgoglio invocato da Tirelli significa riscoprire "la virilità guerriera della vita cristiana", come spiega il filosofo francese Fabrice Hadjadj.

E se non riusciamo in questa, divenuta ormai un'impresa, avverte il filosofo, "perderemo contro l'islamismo, dal punto di vista spirituale e materiale". Sempre che, alla luce di quanto stiamo vedendo, non abbiamo già perso.

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