Lavoro, i dubbi di Pd e Cgil Ma Alfano attacca Bersani: "È prigioniero della Fiom"

Ore decisive per il via libera alla riforma. Ma Bersani e la Cgil prendono le distanze. Alfano avverte: "Non accettiamo una riformetta al ribasso"

Lavoro, i dubbi di Pd e Cgil Ma Alfano attacca Bersani: "È prigioniero della Fiom"

Ultime ore, decisive, per raggiungere un accordo sulla riforma del mercato del lavoro da portare in parlamento. Con il passare delle ore il governo ha dovuto assistere alla repentina inversione di marcia della Cgil e del Partito democratico. Mentre Susanna Camusso minacciava lo sciopero generale, Pier Luigi Bersani avvertiva il premier Mario Monti che il Pd non sottostarrà ai diktat del governo. "Il Pdl non accetterà di votare una riformetta al ribasso", ha avvertito Angelino Alfano accusando i democratici di essere in ostaggio della Fiom. Intanto fonti governative hanno fatto sapere che all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, convocato per domattina, figura il disegno di legge delega recante disposizioni per la previsione del sistema fiscale.

Oggi pomeriggio Palazzo Chigi ospiterà una nuova riunione fra l'esecutivo e le parti sociali. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà ha spiegato che il vertice di oggi servirà "per la definitiva messa a punto del documento inerente la riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita". Insomma, il governo accelera. Resta ancora in dubbio su come presentare la riforma alle Camere (sul tavolo di Monti c'è l'ipotesi di spacchettarla), ma il presidente del Consiglio resta fermo sul licenziare la bozza del testo entro questa settimana. Il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera ha fatto sapere che ci sarà una proposta del governo, ma "il Parlamento è sovrano su tutto". Tuttavia, la Cgil ha già fatto un passo indietro accusando l'esecutivo di riformare introducendo unicamente i licenziamenti facili. Ieri sera, a Porta a Porta, anche Bersani ha iniziato a porre una serie di distinguo prendendo le distanze dal governo. "La riforma del mercato del lavoro tra tutte quelle di cui si sta occupando il governo Monti è la più importante perché noi siamo indietro su tutte le classifiche del mercato del lavoro", ha avvertito Alfano invitando anche Bersani a cambiare il sistema di regole.

Secondo il segretario del Pdl, tuttavia, "nelle ultime 48 ore Bersani abbia detto tanti 'ma' e pochi 'sì', abbia insistito più sulle cose che non vanno che sulle cose che vanno". Durante una intervista a Radio Anch’io, lo stesso Alfano ha fatto presente che la riforma, per come è stata formulata dal governo tecnico, è un compromesso: "Ma per fare esattamente le cose che si desiderano bisogna vincere le elezioni...". Proprio per questo il numero uno del Pdl ha invitato il leader Pd a lavorare negli interessi degli italiani e non per il sindacato: "Se la Fiom condiziona la Cgil, la Cgil condiziona il Pd e il Pd condiziona il governo. Ma così il Paese rischia di rimanere imprigionato dai veti della Fiom e questo sarebbe inaccettabile". Un duro monito che ha mandato su tutte le furie i papaveri democratici.

In primis, Rosy Bindi che è subito partita all'attacco invitando il segretario del Pdl a misurare le parole ed evitare i toni di sfida: "Se pensa di dare ultimatum al Pd, sappia che così non si va lontano e comunque, in caso di elezioni, che non ci spaventano, sarebbe il Pd a vincere". La vicepresidente della Camera ha comunque ribadito che è nelle intenzioni del Pd cambiare la riforma.

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