Salvaguardare gli equilibri del mondo non è un gioco da ragazzi per Obama, ma neppure salvaguardare quelli di casa è poi così elementare. Attualmente incombono i cinquant'anni di Michelle, il che per una donna non è per niente allegro (neanche per un uomo, ad essere proprio sinceri). Il 17 cadrà la fatale ricorrenza di mezza corsa, e non è chiamando l'amata splendida cinquantenne che il presidente può pensare di cavarsela. Difatti, come antipasto di quel che sarà, il vecchio Barack ha concesso alla signora una vacanza solitaria alle Hawaai, dove resterà un po' sola con gli amici, benchè i pettegoli di mezzo mondo abbiano già informato il ballatoio globale che Michelle non ha granchè gradito.
Non è una grana da niente. Se c'è un'età più critica dell'adolescenza, questa è certamente l'età dei cinquant'anni: si chiude la pagina della giovinezza, più o meno matura, e si entra improvvisamente in quella dell'anzianità, più o meno avanzata. Per una donna lo choc è almeno doppio, dati i noti motivi che portano il prefisso meno. Meno pausa, ma anche meno piacersi, meno tranquillità, meno tutto. Più nevrosi, più frustrazioni, più insoddisfazioni. Dobbiamo andarci cauti, noi uomini, con questa ricorrenza. E' come maneggiare la dinamite. Alle criticità portate perfidamente in dote dalla natura, si aggiungono quelle accumulate nel corso degli anni: dall'usurante carriera di mamma, dall'ancora più usurante carriera di moglie. Cosa dire, allora, cosa regalare alla donna con cui viviamo da troppo tempo per risultare ancora nuovi e sorprendenti, affascinanti e misteriosi? Già Obama ci dimostra che è come trovarsi davanti a un bivio, sapendo che qualunque direzione intrapresa comporta rischi enormi. Regalare una vacanza, buonissima idea: ma le dico di venire con me, luna di miele che abbiamo troppe volte rinviato per i mille casi della vita, oppure le concedo il piacere di starsene finalmente un po' da sola, pensando esclusivamente a se stessa, libera dalle pesantezze della famiglia, benchè abbia tutti i connotati della libera uscita? Obama ha già fatto splash, centrando due piccioni con un unico gesto: moglie delusa e americani irritati, perchè inevitabilmente si chiedono quanto costerà alle casse sociali questa villeggiatura prolungata.
La verità è che il regalo rappresenta molto più di quanto noi si voglia ammettere. A cinquant'anni lei si merita il meglio, ma noi fatichiamo a delinerare questo meglio. Vorremmo tanto sorprenderla, ma le sorprese possono rivelarsi tremendi boomerang, perchè se per caso è quella sbagliata lei ci guarda con occhi a palla e ci ringrazia con frasette del tipo ma come t'è venuto in mente, quanti anni devi ancora stare con me per conoscermi?
Bisogna conoscerla, questa la base essenziale. Bisogna conoscerla davvero. Poi il secondo passo è ugualmente basilare: bisogna ragionare su quello che piace a lei, non su quello che piace a noi e pensiamo dovrebbe piacere pure a lei. Un gioiello, un vestito, un viaggio, un blocchetto di buoni-silicone del chirurgo plastico? Me ne guardo bene anche solo dall'indicare un timido decalogo. Così come mi guardo bene da quelli che pensano di volercelo proporre, con le loro splendide idee sul regalo infallibile. Alla larga dai manuali, quando piombano in casa i cinquant'anni: già lei è un po' così, non è proprio il caso di esasperare gli animi seguendo teorie astruse. Magari lo stesso Obama ha riunito uno staff di fenomeni per arrivare alla geniale soluzione di lasciare Michelle sola alle Hawaai, però abbiamo poi visto com'è andata a finire: lei non vede l'ora di riaverlo tra le unghie per chiarire due o tre cose, ad esempio come mai lui se la spassi tutti gli anni con i compagni dell'università e poi abbia la bella idea di piantarla alle Hawaai con gli amici, magari neanche così simpatici.
Se posso dire, io ci andrei molto cauto. Ci dedicherei tempo, soprattutto coglierei l'occasione per gustarmi il passaggio. Fare un regalo è meglio che riceverlo, mai luogo comune fu più vero e fondato. Si dice pure che basta il pensiero.
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