Da sinistra continuano a essere avanzate con veemenza delle ricette miracolistiche che però non sono state messe nero su bianco dagli stessi alfieri rossi che ora non si danno pace per la strada imboccata dal governo guidato da Giorgia Meloni. Un atteggiamento del genere si riversa anche contro la Rai, definita TeleMeloni come se il servizio pubblico fosse il megafono dell'esecutivo di centrodestra. Alle polemiche delle scorse ore, alla luce delle uscite di Ghali e di Dargen D'Amico sul palco dell'Ariston, è seguita la presa di posizione di Elsa Fornero che senza pensarci due volte ha puntato il dito contro la nuova era di viale Mazzini.
L'ex ministro del governo Monti, intervenuto ai microfoni di Dimartedì su La7, è stato interpellato dal conduttore Giovanni Floris sugli sviluppi che negli ultimi giorni stanno caratterizzando la bufera che ruota attorno all'ultima edizione del Festival di Sanremo che si è conclusa da poco. Fornero ha affermato che una persona liberal-democratica, di fronte a mosse in cui si vuole "tagliare un intervento di qualcun altro oppure fare da portavoce a qualcuno che avrebbe potuto farsi invitare in trasmissione e dire quello che pensava", non può chiudere gli occhi. Ha prima messo le mani avanti specificando di non voler usare "parole troppo pesanti", ma subito dopo ha sganciato la bordata: "Non mi sembra che siamo in una Rai dove la libertà e il ritegno siano una regola". Ed ecco il puntuale copione che prevede di lanciare appelli sulla libertà e su una deriva che si prospetta pericolosa per la democrazia.
Tra appelli a fermare "il genocidio" e sproloqui sui migranti, l'opinione pubblica si è divisa in due fazioni: da un lato chi ritiene che gli artisti debbano dire ciò che vogliono; dall'altro chi sostiene che Ghali e Dargen D'Amico abbiano veicolato un messaggio a senso unico senza impegnarsi a fornire una versione completa ma semplicemente di parte. Nel mezzo c'è Fornero che, dal salotto di Dimartedì, continua a dispensare lezioncine.
Il caso è scoppiato anche nei confronti di Mara Venier, finita al centro delle accuse per aver letto il comunicato dell'amministratore delegato della Rai Roberto Sergio (in cui si esprimeva solidarietà al popolo di Israele e alla comunità ebraica, ricordando le vittime del massacro targato Hamas il 7 ottobre e la tragedia delle persone che sono ancora in ostaggio) e per aver poi aggiunto che si trattavano di parole "che ovviamente condividiamo tutti".
La sinistra ha così trovato un nuovo bersaglio, mettendo nel mirino Mara Venier imputandole la colpa di essersi piegata a chissà quale diktat. La conduttrice di Domenica in ha semplicemente letto una nota dell'ad della Rai e ha condiviso la solidarietà verso la comunità ebraica. Tanto basta per far partire l'assalto rosso? Sempre la solita sinistra che non ha intenzione di cambiare.
Ciò che muta sono i punti di riferimento dopo Aboubakar Soumahoro e Chiara Ferragni: Ghali e Dargen D'Amico potrebbero essere visti come potenziali leader per rilanciare un'opposizione in continuo affanno e che sembra non avere le capacità di scongiurare la deriva del fallimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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