Al di là dei numeri esibiti con orgoglio dagli organizzatori (quasi due milioni e mezzo), difficilmente verificabili visto che era possibile votare sotto falso nome, il sentimento che sta dietro al referendum online sull'indipendenza del Veneto va preso molto sul serio. A dirlo non è tanto il plebiscito (l'89% ha votato sì alla secessione) quanto un sondaggio della Demos&Pi realizzato per Repubblica (guarda le tabelle). Il risultato che emerge è questo: i veneti bocciano senza attenuanti lo stato centrale e hanno voglia di indipendenza Finisce anche, come rileva Ilvo Diamanti, il "sogno del Nordest". I problemi del Veneto e la voglia di dare uno scossone forte alla politica sono la cosa più importante. La "questione settentrionale" e tutto il resto? Chiacchiere. Ne sono più che mai convinti i veneti, che al 55% sono favorevoli all'indipendenza (il 39% si dice contrario, il 5% non risponde).
Quel 55% che sogna l'indipendenza è un dato che ridimensiona molto l'89% del referendum, ma evidenzia, come dicevamo, che la voglia di andarsene dall'Italia è più forte di quanto qualcuno, a Roma, potrebbe minimamente immaginare. Del resto quasi la metà delle persone intervistate dichiara di aver partecipato al referendum, o di volerlo fare (il sondaggio è stato fatto dal 20 al 21 marzo), e fra questi il 78% ha detto sì al quesito (Veneto Repubblica indipendnete).
Molto interessante anche la suddivisione per categorie socio professionali: indipendentisti il 68% degli operai, il 67% di lavoratori autonomi e imprenditori, il 51% dei liberi professionisti. Molto più bassa la percentuale tra i disoccupati (44%) e gli studenti (38%). Impiegati, tecnici e funzionari sono al 53%. L'orientamento politico, invece, mette in risalto che la maggior parte di chi desidera la secessione è della Lega (87%), di Forza Italia (80%) e, ovviamente, del movimento per l'Indipendenza Veneta (99%). E gli altri partiti? Tra gli elettori del Pd vuole l'indipendenza il 34%, mentre tra quelli del Movimento 5 Stelle più della metà, il 55%. La voglia di indipendenza, dunque, tutto sommato è trasversale, visto e considerato che interessa le forze politiche tradizionalmente di centrodestra ma anche un terzo del Pd e la metà dei grillini.
Ad accentuare il sentimento separatista, come sottolinea Diamanti, è stata la crisi economica, con lo Stato che non è riuscito a fare praticamente nulla per dare risposte adeguate e invertire la rotta. E c'è sempre meno spazio all'immaginazione, come all'ipotesi Padania propugnata per anni dalla Lega.
Si tende ad andare molto più sul concreto, a partire da ciò che esiste in modo chiaro e definito, come la Regione Veneto. Schiaffo alla Lega? In parte sì. Ma l'indipendentismo veneto ha una specificità che viene ancor prima del Carroccio.
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