«Prontooo!». «Eh». «Sei vivo?». «E che succede, scusa?». «Ma non abiti a Roma Nord?». «Embé?». «Oh, a Prima Porta c'è la gente sui tetti». Contando che di solito a Prima Porta la gente finisce sottoterra e non sott'acqua, la mia giornata romana è cominciata così. Con le telefonate, gli sms, le bestemmie di Gigi che da tre ore era bloccato sul GRA, di Arianna che aveva il garage di Casalotti trasformato in una piscina di fango, con tutti quelli che o sono tornati indietro o manco hanno provato a mettere il naso fuori di casa. Tanto, ieri, Roma non era percorribile. Piena non di pozzanghere, ma di piscine, e pure alte. Pioggia a secchiate. Persino a Prati tanti parcheggi erano vuoti perché, se ti fossi fermato lì, per uscire avevi bisogno del canotto. E dunque, la Capitale propongo nuovo titolo per l'Espresso: «Capitale bagnata, nazione affogata» - ha scoperto, due anni dopo il Romano delle Nevi, il Romano delle Acque. Che non è un antico sacerdote pagano, ma l'automobilista medio o il poveraccio costretto a guadare fiumi posticci per attraversare strade trasformate in letti di fiumi. Anzi, lettoni. E lo sapevo io, ecco, guarda cosa sa combinare il centrodestra al governo de 'sta città?'acci loro e di Alemanno! Alemà, pure questa hai fatto: dimettiti. Ma come, ah, sì... adesso il sindaco è Ignazio Marino? Dunque no, niente insulti, cerchiamo di essere più educati. Se mezza Capitale, da Casalotti a via del Mare, dal Trionfale a ovunque, annega e i tombini sono tappati a più non posso, è colpa come il Sindaco ci ha comunicato - dell'«abusivismo edilizio»; magari, poteva aggiungere, anche della sfiga e di Marte nel segno. Quando il Tevere ha cominciato a preoccupare seriamente, però, i romani hanno sfoderato l'arma che riesce a sputtanare qualunque potere e soprattutto a buttarla in caciara anziché infuriarsi: e, per dire, Johnny Palomba (onore, fraté, pure se sei daaa Maggica) ha coniato l'hashtag #SottoMarino che ha scatenato a più non posso la creatività corrosiva capitolina. E così, accanto a «Quando c'era Alemanno almeno nevicava, vuoi mettere?» o «Bravo Marino che stura il tombino», sono apparsi Andrea Roncato, Lino Banfi in tenuta da vigili del fuoco, assieme a Paolo Villaggio, «la squadra di soccorso inviata dal Comune. State bboni», fotomontaggi, chessò, con pinne di pescecani che sguazzano nelle pozzanghere o una mano con un ombrello che spunta da un mare nero. Titolo: «La Grande Pienezza». Arriva quest'altro: «Marino, il sindaco che galleggia». La sua bicicletta trasformata in pattino o moto d'acqua. Ovazione per un altro fotomontaggio: gente che ride in canoa dentro la metropolitana, «Nuovo Aquaplash nella Metro A». Oppure: «Affittasi pedalò per tour zona casa Scajola vista colosseo». Applausi. Insomma, se Alemanno era diventato Ale Danno o Calamity Gianni, adesso Ignazio sarà per tutti SottoMarino (Rai Storia, nello stesso giorno, provava a spiegarci come il sottomarino ha cambiato le regole della guerra. Umorismo involontario). E la memoria corre, ovviamente, alla gazzarra che si scatenò quando Roma rimase ostaggio di una nevicata storica e Gianni Alemanno fu crocifisso perché non c'erano gli spazzaneve: orbene, vien facile pensare che un nubifragio scusate: il sindaco l'ha definito «alluvione lampo», una specie di blitzkrieg di Giove Pluvio sia un evento più prevedibile, o no? No. Boh. Si ritorna nel traffico, le cronache parlano di autobus immersi, gente bloccata, drammi seri.
Però poi, a dio piacendo e a dio piovendo, tornano gli sfottò: «Se me metto a piagne io s'allagherebbe tutta Roma, ti porterei in gondola a piazza Navona». Oppure: «Con il nuovo piano mobilità si pagherà il ticket per l'acquafun». E vi salutiamo con una domanda: «È già passata la gondola delle 16:15?». Buon bagno a tutti. E buona navigazione a Roma Beach.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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