È lite tra i ministri su F35 e rinvio Iva Ma Letta fa l'ottimista

Sale la tensione a Palazzo Chighi: scontro Delrio-Mauro sui caccia, Pdl contro le voci di slittamento a ottobre dello scatto al 22%

È lite tra i ministri su F35 e rinvio Iva Ma Letta fa l'ottimista

Anche il capitolo F35 va ad arricchire l'agenda del Consiglio dei ministri di oggi assieme a Iva e carceri. La partecipazione italiana al programma per l'aereo militare di «quinta generazione» spacca il governo (dopo aver diviso il Pd sulla mozione parlamentare, voluta da Vendola e grillini); al pari dell'Iva. Graziano Delrio, ministro degli Affari regionali, non lo vuole. «Serve una revisione - dice - Dobbiamo recuperare risorse per la vera emergenza che non è quella della Difesa, ma del lavoro ai giovani». E conclude: «Non ha senso spendere risorse nel comparto militare».
Immediata, e giocata sul filo dell'ironia, la risposta di Mario Mauro. «C'è stata una crisi di governo e io non me ne sono accorto», commenta il ministro della Difesa. Poi, più serio, aggiunge: «Non ho partecipato ad alcuna seduta del Consiglio dei ministri in cui il governo ha cambiato posizione» sugli F35. E ricorda che la partecipazione al programma è stato votato da Pd e da Pdl, anche quando non facevano parte della stessa maggioranza come oggi. Ed è assai probabile che il tema venga affrontato oggi al Consiglio dei ministri. Altra benzina sul fuoco.
Il Pdl, infatti, sembra intenzionato a sostenere la validità del programma; anche, e soprattutto, per mettere sotto il riflettore le spaccature interne al Pd sul tema. Giuseppe Giordo, ad di Alenia, sottolinea che se si «dovesse tornare indietro (sul programma) ci sarebbe un impatto importante sull'industria». In Italia, a Cameri (Novara), c'è l'unico impianto produttivo degli F35, oltre a quello americano. E vengono prodotti ali e parti della fusoliera destinati ai velivoli Usa: due settimane fa, l'Alenia ha avviato un programma di assunzioni.
Ma oggi al Consiglio dei ministri non si litigherà solo sugli F35. Il governo sembra orientato a presentare un decreto che rinvia a ottobre l'aumento di un punto dell'Iva; nello stesso provvedimento verranno individuate le risorse per colmare il miliardo di minor gettito. «Così è una presa in giro», commenta Renato Brunetta. «Se Saccomanni propende per una sospensione dell'Iva per tre mesi, non va assolutamente bene», osserva il presidente dei deputati Pdl. «È una soluzione ridicola». Bocciata da Brunetta anche l'idea di coprire il rinvio Iva con un aumento dell'acconto Irpef a carico dei lavoratori autonomi: non ci sarebbe una maggioranza, dice.
In questo clima, Enrico Letta ricorda in Parlamento che «nel 2014» l'Italia potrà ottenere «un premio» proprio perché bloccherà il deficit sotto il 3%. E il premio potrebbe essere rappresentato dalla possibilità (vista la dinamica del deficit del prossimo anno) di utilizzare mezzo punto di pil - 8 miliardi di euro - di maggiore spesa pubblica. Difficilmente, però, questi meccanismi potranno trovare «luce verde» dal Consiglio europeo, previsto per domani a Bruxelles. Da qui, la richiesta del Pdl di alzare la voce a Iustius Lipsius. Intanto Letta alza la voce contro gli stipendi dei manager: è uno scandalo che guadagnino così tanto nelle aziende pubbliche e private. Sul fronte dei finanziamenti Ue, buone notizie da Bruxelles.

La scelta europea di ridurre dal 50 al 25% la quota di co-finanziamento nazionale potrebbe liberare 4 miliardi di risorse aggiuntive (sempre rispetto a quelle previste) da dedicare a favore dell'occupazione giovanile. E oggi il pacchetto-lavoro del Consiglio dei ministri prevede interventi per un 1,3 miliardi di euro.

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