"L'ultima enciclica sulla fede non sarà pubblicata"

La preannunciata enciclica del Papa sulla fede non verrà pubblicata entro le dimissioni di Benedetto XVI il 28 febbraio. Lo ha precisato il portavoce vaticano Federico Lombardi.

«Se poi ci sarà altro modo in cui il Papa Benedetto XVI ci farà partecipi delle sue riflessioni sulla fede, benissimo, ma un'enciclica come tale dal Papa in carica non possiamo aspettarcela entro fine febbraio, non è in programma».

Il testo dedicato alla Fede su cui Benedetto XVI stava lavorando non è l'unica enciclica che non sarà pubblicata nella sua veste di testo ufficiale.

Pio XI, nell'estate 1938, progettò di pubblicare un'enciclica contro tutti i razzismi, dunque anche contro l'antisemitismo, e diede l'incarico a due studiosi gesuiti di redigere il testo. La prima stesura del documento era pronta per la fine di quell'anno, ma il pontefice, ormai malato, non fece nemmeno in tempo a leggerla prima di morire nel febbraio 1939.

A raccontare questo episodio è stato anni fa uno dei maggiori esperti della storia contemporanea della Santa Sede, padre Robert Graham, ora scomparso, che ha ricordato come il documento, conservato negli Archivi Vaticani, fu pubblicato già negli Stati Uniti nel 1972.

In realtà, spiegò padre Graham, non era mai scomparsa nè si trattava in senso tecnico di un'enciclica, in quanto Papa Ratti non aveva nemmeno visto il testo«. Resta però l'importanza storica di questa iniziativa poco conosciuta. Nell'estate 1938, Pio XI convocò nel suo studio privato il gesuita Jean Lapage, un americano di origine francese, e gli chiese di scrivere il testo di un'enciclica contro il razzismo. Lapage, prima di impegnarsi in questo lavoro così delicato e importante, chiese l'aiuto di un altro specialista, il gesuita tedesco Gustav Gundlach, professore della Gregoriana, noto per le sue posizioni antinaziste. Insieme si recarono a Parigi, dove lavorarono, in gran segreto e per alcuni mesi, alla bozza di enciclica, che aveva come linea ispiratrice quella della »solidarietà della razza umana«. Tornati a Roma però, la loro fatica non ebbe seguito, a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute di Pio XI.

Sembra che il testo passò al nuovo pontefice, Pio XII (eletto nel marzo del 1939), che ne utilizzò alcune idee nella »Summi Pontificatus«, l'enciclica dell'ottobre 1939, in cui la

Chiesa cattolica, un mese dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, condannava ogni forma di totalitarismo. Quando il documento commissionato a Lapage-Gundlach fu pubblicato, nel 1972 negli Usa, fece molto scalpore.

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