Maltempo, l'anno nero di Cortina

Dopo il blackout del 26 dicembre, ora la neve rischia di sfondare i tetti. E il sindaco dice: "Non venite"

Maltempo, l'anno nero di Cortina

Roma - Prima il black-out del 26 dicembre, poi la neve che non la finisce più di cadere. Una coltre bianca di oltre due metri e mezzo che ha messo di nuovo in ginocchio Cortina D'Ampezzo e dintorni. È l'altra faccia del maltempo che sta flaggellando l'Italia. Un'annata proprio nera per la Perla delle Dolomiti.

Questa volta non è questione di energia elettrica, mancata solo in qualche comune del Cadore. Ci sono i generatori che lavorano bene, a parte qualche piccola interruzione (è andata peggio nel resto del bellunese dove in 15mila sono rimasti senza luce). Il problema è che la neve caduta è davvero troppa. Risultato: scuole chiuse, trasporto pubblico sospeso, esercito in campo per liberare le strade e ripulire le zone a rischio per le piante pericolanti, soccorritori al lavoro per mettere in sicurezza i tetti, il vicesindaco che invita i villeggianti ad aspettare la fine della perturbazione prima di mettersi in viaggio. E il pericolo valanghe sempre altissimo, al livello 5, come anche in Alto Adige. Nel Tirolo due persone sono morte a causa della neve. E mentre a Cortina continua a fioccare, nel resto d'Italia l'ondata di maltempo non accenna a diminuire, e dopo Toscana e Lazio si concentra adesso sul nord-est e al sud. Almeno fino a martedì la perturbazione stazionerà sulla penisola, con un allarme più marcato per Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia orientale.

Nel Lazio la situazione è ancora critica, soprattutto in alcune zone della capitale, sul litorale e a Roma nord, dove un parroco di una delle aree più colpite ha ricevuto ieri la telefonata di incoraggiamento di Papa Bergoglio. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, ha dichiarato lo stato di calamità naturale. Anche ieri i vigili del fuoco hanno effettuato centinaia di interventi con mezzi anfibi, moto pompe e aerei per far fronte ai disagi provocati da allagamenti, smottamenti e frane, per liberare persone ancora bloccate dall'acqua. Molte strade sono ancora chiuse e ora si teme per la piena del Tevere, attesa nella nottata di ieri. Una frana, vicino alla stazione ferroviaria di Fidene, ha interrotto la linea Orte-Fiumicino. Anche i fiumi minori preoccupano: a Fiumicino è tracimato l'Arrone, nel frusinate il fiume Liri è straripato nelle campagne di Sora, l'Aniene resta fuori dagli argini in Ciociaria dopo l'esondazione di venerdì, che ha messo in ginocchio l'agricoltura. E mentre nella capitale i presidenti dei municipi più colpiti chiedono al sindaco Ignazio Marino di riconoscere ai territori lo stato di calamità naturale, la Confcommercio di Roma stima che i negozi, i magazzini e le attività commerciali abbiano subito danni per 3,8 milioni. Per riparare i quali, fa notare la Coldiretti, si spenderà come sempre molto più di quanto non si sarebbe speso investendo nelle prevenzione. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli è consapevole che ormai le emergenze nel nostro Paese si susseguono e che servono fondi più consistenti. Se n'è accorto anche il sindaco Marino che serve «promuovere interventi a difesa del suolo». E il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, ieri in visita alle zone alluvionate di San Miniato (Pisa), ha proposto un progetto di ricerca su monitoraggio e prevenzione delle condizioni idrogeologiche del territorio.

La tregua che ha dato ieri il maltempo in Toscana ha agevolato le operazioni di soccorso, specialmente nel Pisano, dove si contano almeno 1.300 sfollati. Ora sono i danni a preoccupare. I livelli dei fiumi e dei torrenti è in discesa, anche quello dell'Arno si sta abbassando e a Pisa, dopo la paura di venerdì, è tornata la normalità. Domani la giunta regionale dichiarerà lo stato di emergenza e approverà una legge per dare un sostegno immediato alle popolazioni colpite. Una tregua anche in Emilia, dove le piene dei fiumi stanno defluendo.

Sospesi per il maltempo i collegamenti ferroviari con Austria e Slovenia, circolazione interrotta anche sulla Venezia-Trieste, sulla Udine-Tarvisio e sulla Treviso-Portogruaro. Ripartiti i traghetti per le isole del golfo di Napoli.

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