Manovra, avvertimento di Meloni a Salvini e sulle Europee 2024 via libera per abbassare la soglia al 3%

Giorgia Meloni prova a "fare spogliatoio" in vista di quello che si presenta come un calendario piuttosto difficile. Di partite chiave, infatti, nei prossimi mesi ce ne sono in ballo molte e la premier è ben consapevole che l’agitazione dentro la maggioranza è destinata a crescere

Manovra, avvertimento di Meloni a Salvini e sulle Europee 2024 via libera per abbassare la soglia al 3%
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Nel giorno in cui il Parlamento riprende i lavori dopo la pausa estiva, Giorgia Meloni prova a "fare spogliatoio" in vista di quello che si presenta come un calendario piuttosto difficile. Di partite chiave, infatti, nei prossimi mesi ce ne sono in ballo molte e la premier è ben consapevole che l’agitazione dentro la maggioranza è destinata a crescere.
Non solo perché sul tavolo c’è il confronto su una legge di Bilancio che, viste le risorse risicate, sarà di tenuta e non certo espansiva, peraltro incrociando la difficile trattativa con Bruxelles per riformare il Patto di stabilità entro il 31 dicembre (altrimenti dal primo gennaio torneranno in vigore le vecchie e stringenti regole pre-Covid). Ma anche perché - con buona pace delle dichiarazioni di facciata- ormai la politica tutta ragiona e si muove- inevitabilmente - in funzione delle Europee del 9 giugno. Il primo vero test elettorale per governo e maggioranza, che peraltro si gioca con la regola “fratricida” del proporzionale. Insomma, tutti contro tutti. E con un centrodestra dove già da mesi è in atto un deciso riequilibrio dei rapporti interni. Sul quale avrà un peso anche la scelta di Matteo Renzi di correre alle elezioni per il Parlamento europeo nella circoscrizione Nord-Ovest e sotto le insegne del brand «Il Centro».
Di qui, la scelta di Meloni di serrare le fila. E invitare gli alleati a una riunione di maggioranza per fare il punto non sulle Europee ma sulle amministrative del prossimo anno, ennesima partita nella partita. Così ieri mattina alla Camera si sono visti i vertici di Fdi, Lega, Forza Italia, e Noi Moderati, assicurando che tutte le decisioni saranno prese «in un clima di coesione e collaborazione». L’idea è quella di individuare i candidati con un certo anticipo, così da evitare che la trattativa sui nomi si accavalli con possibili tensioni dovute alla campagna elettorale europea. Ma l’obiettivo è anche quello di lanciare un messaggio distensivo all’esterno in vista dei prossimi appuntamenti, a partire dal vertice di maggioranza sulla legge di Bilancio in programma domani pomeriggio. Anche perché le prossime amministrative riguardano cinque regioni tutte a guida centrodestra (Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria) nelle quali dovrebbero essere riconfermati i governatori uscenti (unico dubbio per il sardo Christian Solinas, del Partito sardo d’azione) e 3.800 Comuni di cui quelli politicamente più pesanti sono Bari e Firenze. Insomma, in vista delle prossime amministrative non sembrano essere sul tavolo decisioni particolarmente complicate o decisive.
E infatti ieri più che confrontarsi sul candidato alle prossime comunali di Pesaro o di Potenza, nella maggioranza si è discusso di abbassare la soglia di sbarramento per le Europee da 4 al 3%. Un’iniziativa che favorirebbe alcuni partiti del centrodestra - come Noi Moderati di Maurizio Lupi - ma anche Sinistra italiana di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (ovviamente a danno del Pd). Per non parlare di Renzi. Nonostante la coordinatrice di Italia viva, Raffaella Paita, si dica contraria, è infatti del tutto evidente che con una soglia più bassa il tentativo dell’ex premier di raccogliere voti al centro dai delusi di una parte e dell’altra sarà molto meno rischioso.
Una corsa alle Europee, dunque, che è di fatto già iniziata. E che inizierà ad avere le prime ricadute nei prossimi giorni sulla legge di Bilancio. Il vertice di domani, in verità, sarà interlocutorio, in attesa dei dati dell’Istat per buttare giù la Nadef e conoscere quindi i saldi effettivi. Ma con il ministro Francesco Lollobrgida che ieri ha già mandato un messaggio chiaro a Matteo Salvini. «Il ministro dell’Economica è leghista, così come dalla Lega è stato indicato Piantedosi per l’Interno», ha detto il titolare dell’Agricoltura.

E che Giancarlo Giorgetti abbia un approccio piuttosto pessimista sui conti («moriremo tutti», l’hanno più volte sentito dire ironicamente durante diverse riunioni con i suoi colleghi ministri) non è un mistero per nessuno. Insomma, è il messaggio che arriva da Fratelli d’Italia, nelle sue richieste Salvini tenga in considerazione la posizione del “suo” Giorgetti.

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