La procura di Milano ha chiuso oggi le indagini relative alla fondazione Maugeri. Alla conclusione del lavoro dei magistrati sono diciassette gli indagati. Tra di essi il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, per cui è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.
Secondo i pm il governatore avrebbe ricevuto "utilità" per otto milioni di euro in cambio di un appoggio alla clinica realizzato grazie a "un'organizzazione stabile" dal 1997 in poi. Il Presidente della Regione non avrebbe restituito - secondo la procura - alcun importo di denaro.
Caustico il commento di Mario Brusa, difensore del governatore: "È una buona notizia sapere che Formigoni non è accusato di strage". E accusa: "Ma io non ho avuto notifiche. Apprendo dai pm via media".
Formigoni, dal canto suo, ha sottolineato la strana tempistica dei fatti: "Che cosa non si fa per cercare di coprire lo scandalo Mps che rischia di travolgere la sinistra? Così in 24 ore si incriminano Scaroni e Orsi, si condanna Pollari, si continua a distruggere l’Ilva, si depositano gli atti per Formigoni". Ha poi aggiunto: "Potrò finalmente conoscere gli atti con i quali si pensa di potermi accusare. Ma nelle carte che sono state depositate non emerge nulla di nuovo che già il mondo non conoscesse".
Le accuse rivolte agli indagati - tra di essi Pier Angelo Daccò, Antonio Simone, Carlo Lucchina, Carla Vites, Costantino 538em;">Passerino, Umberto Maugeri, Nicola Maria Sanese, Alberto Perego - vanno dall’associazione finalizzata alla corruzione a frode, riciclaggio e interposizione fittizia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.