Il gip di Milano, Vincenzo Tutinelli, ha respinto la richiesta di proroga di tre mesi della reclusione in carcere per motivi cautelari chiesta dai pm di Milano per Antonio Simone e Pierangelo Daccò in carcere nell’inchiesta sui fondi neri della Fondazione Maugeri. Il primo verrà quindi scarcerato già sabato per scadenza dei termini di custodia cautelare, mentre Daccò resta in carcere dopo la condanna a 10 anni per il crac del San Raffaele.
I pm avevano chiesto la proroga sostenendo che Simone e Daccò lasciati in libertà "possono incidere ancora e illecitamente" sull’attività del Pirellone in quanto "la complicità" con il presidente Formigoni li dota di un "formidabile potere" di "influenzare e direzionare l’attività amministrativa della Lombardia". Per il gip, però, "la permanenza di gravi indizi e delle esigenze cautelaro" non giustifica la proroga della loro carcerazione: anche se i reati sono oggetto "di clamorosi riscontri documentali e dichiarativi" non è automatico l’accoglimento della proroga che invece viene concessa soltanto in casi straordinari.
Riguardo alla vicenda, nella sua ordinanza il giudice scrive che "Simone è sempre più stato individuato - all’esito delle dichiarazioni degli altri coindagati - come il vero e proprio ispiratore dell’intero
meccanismo e socio di fatto di Daccò. Risulterebbero inoltre utilità a favore del presidente della Regione Lombardia provenienti o da Daccò personalmente o dalle società riconducibili a Simone e Daccò".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.