Gli 800 martiri cristiani di Otranto diventano santi. Un traguardo di fede, dopo oltre 500 anni, oggi più attuale che mai. Domenica papa Francesco, in piazza San Pietro, presiederà la canonizzazione dei martiri di Otranto massacrati dai giannizzeri ottomani. In Libia, Nigeria, Siria, Iraq, Pakistan e altri Paesi musulmani le minoranze cristiane sono ancora sotto tiro soprattutto dopo una primavera araba sempre più islamista. «É chiaro che ci sono martiri cristiani ancora oggi. La canonizzazione degli 800 di Otranto è un segnale che la Chiesa non ha paura dei tabù» sottolinea Massimo Introvigne, coordinatore dell'Osservatorio sulla libertà religiosa del ministero degli Esteri e Roma capitale. «Circolano voci secondo le quali i paesi islamici hanno molto protestato per questa canonizzazione - spiega l'esperto - Quindi non aspettiamoci dal Santo Padre un secondo discorso di Ratisbona (pronunciato dal suo predecessore Benedetto XVI, che fece infuriare l'Islam, nda). La diplomazia avrà sicuramente suggerito al pontefice di gettare acqua sul fuoco».
Nel 1480 la flotta ottomana di Gedik Ahmet Pascià attaccò Otranto. Dopo due settimane di assedio le difese cedettero. I superstiti si riunirono nella cattedrale, che fu trasformata in stalla dai cavalieri ottomani. Il vescovo, Stefano Pendinelli, venne fatto a pezzi a colpi di scimitarra ed il capitano della guardia segato vivo. Agli 800 maschi sopra i 15 anni rastrellati dai turchi fu offerta la salvezza in cambio della conversione all'Islam. Un sarto, Antonio Primaldo rispose: «Fin qui ci siamo battuti per la Patria e per salvare i nostri beni e la vita. Ora bisogna battersi per Gesù Cristo e per salvare le nostre anime». Il comandante ottomano ordinò di decapitarlo, ma il suo corpo, dice la leggenda, restò in piedi fino a quando non venne mozzata l'ultima testa degli 800 martiri di Otranto che si erano rifiutati di abiurare la fede cristiana.
Papa Clemente XIV li riconobbe «Beati», ma solo il 6 luglio 2007 Benedetto XVI emanò il decreto che riconosce il martirio «in odio alla fede». Il 12 febbraio scorso, giorno delle sue dimissioni, il Pontefice annunciava che «i Beati Antonio Primaldo e Compagni, Martiri, siano iscritti nell'Albo dei Santi domenica 12 maggio 2013». La Chiesa sta dimostrando un notevole coraggio nelle beatificazioni scomode. «Con i martiri di Otranto si rompe un tabù. I cristiani vengono ammazzati ancora oggi da estremisti islamici dalla Nigeria al Pakistan» fa notare Introvigne. Dominique Rézeau, sacerdote cattolico fra i più in vista, ha dichiarato all'agenzia Fides che «su centomila cristiani che vivevano in Libia prima della rivoluzione ne sono rimasti solo qualche migliaio». In Tunisia i salafiti vogliono il Califfo e la pena di morte per gli apostati. In Siria due settimane fa sono stati rapiti i vescovi ortodossi Gregorios Yohannna Ibrahim e Boulos al-Yazigi. Dal 9 febbraio non si hanno più notizie di un paio di sacerdoti. «La canonizzazione dei martiri di Otranto è attualissima. Va detto che oggi la Turchia ospita i profughi cristiani in fuga dalla Siria, ma ci sono Paesi come la Nigeria dove Boko Haram (gruppo terrorista islamico, nda) vuole cacciare i cristiani con il terrore o costringerli ad un ghetto. Siamo di fronte ad una primavera islamista» osserva Attilio Tamburrini ex direttore del rapporto annuale di Aiuto alla Chiesa che soffre.
Paolo Affattato dell'agenzia Fides, va «un po' cauto sull'attualità dei martiri di Otranto. L'apostasia, però, pesa ancora oggi in Paesi come l'Iran o il Pakistan. Se un musulmano vuole convertirsi al cristianesimo rischia la vita e deve fuggire».www.faustobiloslavo.eu
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