Monfalcone, la sindaca leghista e femminista

Sto con la sindaca di Monfalcone e con tutti i cittadini che sono stanchi di accogliere e ospitare migranti i quali arrivano vantando ogni genere di diritto e disprezzando qualsiasi dovere

Monfalcone, la sindaca leghista e femminista
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Illustre Direttore,
ormai da mesi viene presa di mira da politici e stampa schierati a sinistra questa brava sindaca di Monfalcone, Anna Cisint, leghista, accusata di essere islamofobica e razzista soltanto perché chiede e pretende quello che è giusto, cioè il rispetto delle leggi. Mesi fa fece chiudere due moschee abusive e di recente si è detta orgogliosa di tale scelta in quanto, essendo illegali, le moschee sfuggivano ad ogni tipo di controllo. A queste condizioni le moschee possono rappresentare ambiti nei quali gli individui vengono radicalizzati e assumono posizioni estremistiche, e i precedenti non mancano. La comunità islamica di Monfalcone lamenta di non avere un posto dove pregare e se la prende con la prima cittadina, eletta dalla sovrana comunità locale. Ma le pare possibile che gli immigrati, ogni volta che sono chiamati ad adeguarsi alle norme del nostro ordinamento, si dichiarino perseguitati, maltrattati, ostacolati? Se ne tornino a casa loro se le nostre regole non sono di loro gradimento e l'Italia gli fa schifo.
Paolo Bressan

Caro Paolo,
sto con la sindaca di Monfalcone e con tutti i cittadini che sono stanchi di accogliere e ospitare migranti i quali arrivano vantando ogni genere di diritto e disprezzando qualsiasi dovere. Questo non fa di me un razzista. Razzista è colui che crede che alcune razze siano superiori alle altre. Io invece ritengo che gli esseri umani siano tutti uguali e per questo devono essere sottoposti tutti alle stesse regole, sono titolari tutti dei medesimi diritti e dei medesimi doveri. I cristiani non si riuniscono in chiese abusive né in Italia e né in Afghanistan o in Bangladesh per potere esercitare il costituzionale diritto di professare la propria fede. La libertà di culto è intoccabile. E nessuno intende impedire a questi signori di pregare, anche in compagnia, ci mancherebbe altro. Semplicemente, come chiunque altro, essi non possono farlo all'interno di edifici occupati illegittimamente.

Il problema qui è proprio questo: per non offendere gli immigrati ci viene addirittura chiesto di rinunciare persino alle nostre sacrosante tradizioni come il presepio, il crocifisso in classe, e se noi osiamo non dico domandare la rinuncia ai loro idoli ma soltanto l'osservanza delle leggi basilari che vigono sul nostro territorio, ecco che siamo tacciati di crudeltà, spietatezza, razzismo, fascismo. Questo è un controsenso assoluto, un vero e proprio paradosso.

Inoltre, non esagera la sindaca leghista quando sostiene che le moschee abusive rappresentano un pericolo per la sicurezza. Lo sono. È in questi habitat che imam altrettanto abusivi hanno spesso predicato l'islam radicale, incitando giovanissimi all'odio nei confronti dei cosiddetti infedeli, che saremmo noi cristiani.

Cisint viene altresì attaccata poiché si è schierata contro il velo, imposto alle bambine musulmane dalle loro famiglie persino in classe, cosa che la sindaca non digerisce, o contro il matrimonio precoce e combinato, di cui uniche vittime è bene rammentarlo sono le fanciulle islamiche. Le sue mi sembrano battaglie a favore delle donne, eppure la sinistra femminista combatte questa amministratrice impegnata sul fronte del rispetto della legge e su quello della tutela del genere femminile che nel patriarcato islamico, importato ed edificato purtroppo in Italia, è genere sottomesso e schiavizzato.

I progressisti, difensori degli occupanti abusivi, sono caduti in uno dei loro classici

cortocircuiti: da sedicenti femministi quali si proclamano si scagliano contro la sindaca davvero femminista, mica per spot, la quale protegge le donne, tutte, a prescindere da fede, colore della pelle e Paese di provenienza.

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