"Il Giorno del ricordo usato dai fascisti per aggredire". Il delirio degli studenti rossi

Il gruppo "Osa", che inneggia a Lenin e Tito, utilizza la cronaca locale e la tragedia delle foibe per fare propaganda a scuola

"Il Giorno del ricordo usato dai fascisti per aggredire". Il delirio degli studenti rossi
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Non è il mondo al contrario, ma quasi. Prima di tutto i fatti, almeno quelli che conosciamo. Perché - va detto - in questa cosa solo l’incerto è certo. Alcuni ragazzi di Azione studentesca organizzano un volantinaggio di fronte al liceo Pigafetta di Vicenza per commemorare i martiri delle foibe. Un’azione legittima. Vedono passare un ragazzo e gli porgono un foglio, lui rifiuta (cosa assolutamente legittima) e poi cerca di strappare gli altri volantini (cosa, questa, un po’ meno legittima perché il dissenso deve tener conto anche della libertà altrui di manifestare ciò che vuole). Poi succede di tutto. A sinistra si urla al pestaggio, a destra si difendono parlando di parapiglia. Due cose sono certe: il ragazzo “dissidente” finisce con cinque giorni di prognosi al pronto soccorso. E che la violenza fa sempre schifo, indipendentemente da chi la compie. Questa è la cronaca di quel (poco) che sappiamo: la storia potrebbe finire così, mentre invece no.

Perché domani, lunedì 10 febbraio, il Giorno del Ricordo delle foibe e dell’esodo, il gruppo studentesco Osa ha istituito il “muro antifascista in tutte le scuole” al grido di “Non passeranno”. I fascisti, ovviamente. O i presunti tali. E ovviamente, l’Osa non poteva non soffiare sul fuoco di quanto accaduto a Vicenza. In un post, infatti, affermano che quanto lì accaduto conferma “il ruolo delle Foibe non solo come mero atto di Revisionismo Storico ma come strumento con cui i fascisti si presentano nelle scuole per provocazioni e aggressioni”. Perché, si sa, i volantinaggi sono notoriamente violenti per natura e la carta sottile dei fogli è usata dai ragazzi di destra come una lama.

Ora, è giusto chiedersi: che cos’è l’Osa? È l’acronimo di “Opposizione Studentesca d’Alternativa” ed è il gruppo degli studenti che gravita attorno alla Rete dei comunisti, della quale rappresenta il “braccio lungo” nelle scuole. È l’Osa, il 21 gennaio di ogni anno, a inneggiare a Lenin e a onorare, il mese successivo, la resistenza jugoslava del maresciallo Josip Broz Tito. Quella, per intenderci, che ha provocato la pulizia etnica degli italiani e il loro esilio forzato dall’Istria e dalla Dalmazia. In un manifesto del 5 febbraio del 2024, l’Osa scriveva: “Dai partigiani jugoslavi alla resistenza palestinese: dalla parte giusta della storia”.

Osa

L’anno precedente, il 10 febbraio del 2023, quando ancora non si era riacutizzato il conflitto israelo-palestinese, scrivevano che il “Giorno del ricordo” non è altro che “l’annuale occasione con cui la più becera propaganda revisionista prova ad abbattersi sulla Resistenza jugoslava e italiana”. E inneggiavano, con tanto di immagine del maresciallo, alla “Resistenza jugoslava guidata da Tito” che “fu di grande importanza anche per i partigiani italiani” (a tal proposito sarebbe bene ricordare all’Osa del massacro della malga Porzus). E potremmo andare avanti a ricordare come durante le loro manifestazioni compaiano le bandiere con la stella titina e canti a favore di Tito.

Perché se è vero che le aggressioni fanno tutte schifo, sia che provengano da destra sia che provengano da sinistra, è altrettanto vero che oggi c’è chi può permettersi

di negare non solo la Storia, ma anche i morti. Che non sono solo di una parte. Ma di tutti. “Vola solo chi osa farlo”, scrive Luis Sepùlveda. Mentre striscia tremendamente in basso chi Osa.

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