"Non sono state soccorse". Ora le Ong vogliono insegnare il mestiere alla Guardia costiera

Gli assetti della Guardia Costiera, due navi e le motovedette, stanno scortando due barconi con oltre 1000 migranti verso l'Italia ma le Ong pretendono i trasbordi

"Non sono state soccorse". Ora le Ong vogliono insegnare il mestiere alla Guardia costiera

Da ieri, la Guardia costiera italiana è impegnata in una massiccia operazione di soccorso in acque Sar per due barconi di migranti, molti dei quali di origine pakistana, che sono stati fatti passare da Malta senza il minimo intervento. Nonostante le informazioni in possesso dei centri di coordinamento del Mediterraneo, almeno per il motopesca con a bordo 400 persone, il Paese insulare non ha attivato il protocollo Sar e nemmeno quello di polizia ma, stando a quanto riferisce la Ong Sea-Watch, ha chiesto a una mercantile in zona di effettuare il rifornimento di carburante.

La navigazione è quindi proseguita fino alla Sar italiana, dove sono intervenuti gli assetti italiani. Entrambe le imbarcazioni navigano in autonomia e non sono in imminente pericolo, pertanto le navi italiane non hanno effettuato alcun trasbordo, anche in condicerazione delle condizioni del mare, che rendono le manovre non sicure. Solo un centinaio di persone sono state trasferite sulla nave Peluso dal peschereccio con 800 migranti, per alleggerirne il carico. Ma le navi Ong hanno comunque trovato il modo di puntare il dito contro l'Italia, salendo in cattedra e pretendendo di insegnare ai nostri militari i protocolli di intervento.

"Sono ancora in atto le operazioni di soccorso nel mar Ionio", ha comunicato la Guardia costiera in riferimento ai due barconi. "A causa delle condizioni del mare proibitive nave Peluso, nave Diciotti e le motovedette della Guardia Costiera scortano le due unità con i migranti a bordo", prosegue il comunicato. La situazione, quindi, è nel pieno controllo delle autorità marittime italiane, che se ne sono fatte completamente carico davanti all'immobilismo conclamato di Malta. Eppure, le Ong insistono contro l'Italia, come si evince dal tweet di Sea-Watch: "Le circa 400 persone a bordo della barca che abbiamo scoperto il lunedì di Pasqua non sono ancora state soccorse. La Guardia Costiera italiana sta ora scortando, ma secondo Alarm Phone la situazione a bordo è drammatica e le persone hanno bisogno di cure mediche urgenti".

Gli assetti militari sono sul posto, controllano la situazione e tengono sotto controllo il tutto. Sono in mare, accompagnano i due barconi verso la costa e si presume siano pronti a intervenire con trasbordi di emergenza in caso di necessità, come testimonia la presenza delle motovedette.

Né Alarm Phone e nemmeno Sea-Watch sono in mare, pertanto l'ennesimo tentativo di fare la morale all'Italia, unico Paese davvero in prima linea per l'emergenza migranti, appare stucchevole e fuori contesto da parte delle Ong. Si tratta dell'ennesimo attacco pretestuoso contro i militari, utilizzati come strumento di leva per attaccare il governo di centrodestra.

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