Nuovo siluro su Finmeccanica: un arresto e Scajola indagato

In manette il manager Pozzessere, avviso all'ex ministro per corruzione internazionale. Appalti per aerei e navi tra Panama e Brasile, la Procura di Napoli va a caccia di mazzette

Nuovo siluro su Finmeccanica: un arresto e Scajola indagato

Un labirintico giro di denaro virtuale, che triangola tra l'Italia, Panama e il Brasile. È questo il nuovo scenario del risiko giudiziario della procura di Napoli che ha chiesto e ottenuto l'arresto di Paolo Pozzessere, ex direttore commerciale di Finmeccanica, e messo sott'inchiesta Valter Lavitola, l'ex ministro Claudio Scajola, il parlamentare Massimo Nicolucci e il presidente dell'Unione industriali di Napoli, Paolo Graziano. Sono tutti accusati – a vario titolo – di corruzione internazionale, anche se di tracce dei soldi, in questa storia, è difficile trovarne, per ammissione stessa del gip Dario Gallo che parla esclusivamente di «promesse».
L'ipotesi dei pm Piscitelli e Woodcock è che Pozzessere e Lavitola abbiano brigato per far arrivare al presidente panamense Ricardo Martinelli e ad altri importanti uomini politici dell'isola caraibica, «in corso di identificazione», 18 milioni di euro per vincere, nell'ambito dell'«accordo intergovernativo sulla sicurezza Italia-Panama», appalti per 180 milioni a favore di Telespazio Argentina, Agusta Westland e Selex Sistemi Integrati. Oltre ai soldi della bustarella, mancano anche le tracce della gara che sarebbe stata truccata. La maxi-tangente avrebbe poi dovuto transitare nella società «Agafia Corp Sa», riconducibile allo stesso Martinelli e formalmente rappresentata da Karen Castro, prestanome di Lavitola, su cui lo stesso ex giornalista avrebbe vantato una quota azionaria. Pozzessere, attualmente impegnato in Russia come senior advisor del gruppo di piazza Montegrappa (il colosso della difesa smentisce ogni tipo di rapporto economico con intermediari) per i pm sarebbe stato pronto a scappare tra poche settimane a Mosca per «stare fuori dall'Italia in una fase calda dell'inchiesta». Diversa è invece la posizione di Scajola, Nicolucci e Graziano, coinvolti in un nuovo filone su una presunta maxi-tangente in Brasile su un appalto Fincantieri. Una gara per la fornitura di fregate armate con equipaggiamento Finmeccanica reso possibile dal pagamento di una stecca pari all'11% della somma. Sono stati perquisiti gli uffici di Graziano, ad di Magnaghi Aeronautica, e la sede dell'Unione industriali di Napoli. Sarebbe stato lui, secondo il racconto di Lorenzo Borgogni, a mettere in contatto il vertice di Fincantieri con il governo brasiliano per il tramite di Scajola. Parte della maxi-tangente, sempre secondo l'ex supermanager, sarebbe poi stata destinata anche ai due uomini politici italiani, che ieri si sono detti estranei alle accuse.

Nelle carte dell'inchiesta (dove ovviamente non mancano intercettazioni di Berlusconi) spunta anche il senatore Esteban Caselli, alla ricerca di una provvigione da Finmeccanica per mediazioni d'affari mai andate in porto in estremo oriente. Ma questa è un'altra storia. E una futura nuova inchiesta.

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