Stop alla tassa sulle sigarette elettroniche

Arrivano i tagli all’editoria, ma Boccia promette: "Fondi ripristinati nella legge di Stabilità"

Stop alla tassa sulle sigarette elettroniche

Salta la tassa sulle sigarette elettroniche. Per coprire gli emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione, la maggioranza si affida a una serie di tagli che vanno dagli stanziamenti per l'editoria al fondo per il calo delle tasse, fino all'8 per mille ed agli aiuti ai Paesi poveri. Le modifiche approvate dalla commissione Bilancio della Camera, prevedono tra l'altro un allargamento delle compensazioni fra crediti commerciali vantati dalle aziende e debiti fiscali e contributivi. E prevedono una sorta di «fase due» della restituzione, per andare oltre il tetto di 40 miliardi stanziati per il biennio 2013-2014.

In particolare, il meccanismo della compensazione debiti-crediti potrà essere utilizzato per i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012, mentre il testo originale prevedeva la scadenza del 30 aprile dello stesso anno. Le certificazioni dei debiti dovranno essere corredate della datazione del pagamento, che l'Agenzia delle Entrate richiede ai fini della compensazione. Comprese nella compensazione anche le pendenze contributive delle aziende con l'Inps. Si chiede inoltre al governo di inserire nella prossima legge di stabilità 2014 una «fase due» dei pagamenti, in modo da superare il tetto dei 40 miliardi, ma «senza l'emissione di nuovo debito pubblico». L'ultima stima «semi-ufficiale» della Banca d'Italia (che tuttavia non tiene conto delle piccolissime imprese) indica un debito complessivo di oltre 90 miliardi di euro della Pubblica amministrazione.

La rinuncia alla tassazione delle «e-cig» ha comportato il solito ricorso a mini-tagli di spesa biennali (2014-2015) nei settori più svariati: 10 milioni in meno per il fondo destinato alla riduzione delle tasse, poco più di 5 milioni ai fondi per il ministero del Lavoro e il ministero degli Esteri (20 milioni). Dal 2015 ci saranno 17 milioni e mezzo in meno sul fondo per l'editoria e 20 milioni in meno per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo. «Ma si tratta solo di spostamenti di poste di bilancio, che saranno ripristinati con la prossima legge di stabilità», precisa Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.

Il Movimento 5 stelle aveva proposto che non dovessero essere onorati i debiti nei confronti di imprese «condannate con sentenze passate in giudicato relative a delitti contro l'ordine pubblico». Dopo un po' di tira e molla con il sottosegretario all'Economia Pierpaolo Baretta, i grillini hanno ritirato l'emendamento, trasformato in ordine del giorno.

Presentato dai relatori, e poi ritirato, un emendamento che aumentava le aliquote dell'accisa su birra e alcolici.

Il provvedimento, col voto della maggioranza e di Sel e con l'astensione del M5S e della Lega, arriva oggi nell' aula della Camera per la prima lettura. I tempi sono stretti: il decreto scade il 7 giugno.

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