Migliaia di strette di mano e altrettanti sorrisi. Il primo viaggio di Papa Francesco, atterrato alle 21 in Brasile, è stato un vero e proprio bagno di folla. La vettura del Pontefice, a bordo della quale viaggiava con il finestrino abbassato, è stata fermata più volte dalla folla che attendeva l'arrivo del Papa.
Il Papa è salito sull'aereo che lo porterà in Brasile, per la Giornata mondiale della gioventù, portando con sé una borsa nera, il suo bagaglio a mano. Un altro piccolo gesto che sottolinea il "cambiamento" che ha voluto imprimere con l'inizio del suo pontificato, improntato sull'estrema semplicità. L’arrivo all’aeroporto di Rio de Janeiroè previsto per le 16 locali (le 21 italiane). Prima di salire a bordo dell’aereo Bergoglio è stato salutato dal Presidente del Consiglio Enrico Letta, con cui si è intrattenuto per pochi minuti. Il Papa è giunto a Fiumicino in elicottero, accompagnato dal cardinale e segretario di Stato Tarcisio Bertone, che si è imbarcato con lui. Subito dopo l’arrivo in Brasile, alle 17 (ora locale) ci sarà una cerimonia di benvenuto nel giardino del palazzo Guanabara di Rio de Janeiro; alle 17.40 si terrà un incontro di cortesia con il Presidente della Repubblica nello stesso Palazzo. A Rio, il Papa soggiornerà nella Residenza di Sumarè. Il rientro in Italia è previsto il 28 luglio.
Prima di partire il pontefice ha voluto lanciare un messaggio su Twitter: "Sto arrivando in Brasile fra qualche ora e il mio cuore è già pieno di gioia perchè presto sarò con voi a
celebrare la 28^ GMG". E i giovani dell'organizzazione gli hanno risposto, sempre con un tweet: "Buon viaggio Santo Padre, ti aspettiamo a braccia aperte come il Cristo Redentore".
Come da consuetudine, prima lasciare il territorio italiano Papa Francesco ha fatto pervenire un saluto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: "Nel momento in cui mi accingo a partire per il Brasile, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, per incontrare i giovani provenienti da tutto il mondo e incoraggiarli ad essere testimoni di speranza e artefici di pace, mi è gradito rivolgere a Lei signor Presidente e a tutti gli italiani il mio cordiale saluto, che accompagno con i più fervidi auspici di serenità e di fiducia nel futuro".
Napolitano ha risposto con un messaggio: "Santità, desidero farle pervenire il mio più sincero ringraziamento per il saluto che ha voluto indirizzare a me e all’Italia nel momento in cui si accinge a partire per il viaggio apostolico in Brasile per le celebrazioni della Giornata mondiale della gioventù. In un periodo di fragilità culturale e materiale per tanti giovani, grande è l’attesa per un messaggio di coraggio e di speranza. La Giornata mondiale della gioventù costituisce, per ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo, l’occasione di confrontarsi per progredire attraverso il dialogo fra culture e tradizioni diverse. Il rinnovato slancio con cui la sua guida pastorale potrà ispirare la mente e il cuore dei tanti partecipanti costituirà, ne sono certo, un deciso richiamo ad affrontare in spirito di unità, apertura ed entusiasmo le importanti sfide della società contemporanea. Mi è gradita l’occasione per rinnovarle i sensi della mia profonda stima e considerazione".
In volo il Papa si è intrattenuto con i giornalisti presenti e a loro ha esternato la sua preoccupazione sui giovani: "Corriamo il rischio di avere una intera generazione che non avrà mai trovato lavoro". Il Pontefice ha voluto sottolineare la gravità della situazione occupazionale nei diversi Paesi e delle sue ricadute morali oltre che economiche: "Dal lavoro - ha scandito - viene la dignità personale di guadagnarsi il pane. La crisi mondiale non fa cose buone con i giovani.
Siamo abituati - ha denunciato il Papa - a questa cultura dello scarto: con gli anziani si fa tanto spesso, ed è un’ingiustizia perché li lasciamo da parte, come se non avessero niente da darci, e invece essi ci trasmettono la saggezza e i valori della vita, l’amore per la patria, l’amore per la famiglia: tutte cose di cui abbiamo bisogno. Ma ora tocca anche ai giovani di essere scartati".
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