I vertici del Partito democratico e la Fiom sono ai ferri corti. Nessun esponente della segreteria piddì parteciperà al corteo di venerdì prossimo organizzato dalle tute blu della Cgil a Roma. I dirigenti nazionali di via del Nazareno che saranno presenti lo faranno solo a titolo personale. A spingere Bersani & Co. a fare un passo indietro è stata la partecipazione del movimento "No Tav" al corteo capitolino. "La Fiom ha una posizione sulla Tav diametralmente opposta alla nostra", ha puntualizzato il responsabile economico del partito Stefano Fassina. Immediata la reazione del segretario generale della Fiom Maurizio Landini: "Il Pd si assumerà le responsabilità di quello che dice".
Nella riunione di segreteria che si è tenuta questa mattina i vertici del Partito democratico hanno ritenuto, all'unanimità, che sarebbe stato incoerente partecipare alla manifestazione della Fiom dato "il carico che si è aggiunto al corteo". L’auspicio di Fassina è che non ci siano violenze: "La Fiom ha unalunga storia di non violenza e di manifestazioni ordinate e pacifiche, quindi speriamo che non ci siano scontri. Ma il punto dirimente non è la violenza ma la presenza al corteo, legittima, dei movimenti No Tav". Per il responsabile economico del Partito democratico non c'è alcun rischio che si incrinino i rapporti con la federazione dei metalmeccanici. "Il Pd è presente dove ci sono lavoratori e quindi credo che il nostro rapporto con la Fiom continuerà - ha assicurato Fassina - visto che pone questioni che ci stanno molto a cuore come i diritti dei lavoratori e la rappresentanza sindacale". Una decisione, quella del piddì, che ha scatenato non pochi malumori soprattutto tra le fila della sinistra radicale accusando i vertici di via del Nazareno di voltarsi dall'altra parte per non guardare. "L'assenza del Pd - ha commentato la Pdci Manuela Palermi - sarebbe una straordinaria ferita alla sinistra e al popolo della sinistra".
Nonostante la retromarcia del Pd, Landini continua a difendere la scelta di aver invitato sul palco il presidente della Comunità montana della Val Susa. Pur rispettando "le decisioni e l'autonomia di ogni forza politica", il segretario della Fiom ha voluto ribadire che il sindacato scenderà in piazza perché non è mai stata d’accordo con le grandi opere. Nel congresso del 2010 il partito ha, infatti, votato quattro documenti contro l'Alta velocità, il nucleare, il ponte sullo Stretto e per l’acqua pubblica. Da sempre, infatti, le tute blu si credono e si comportano come un vero e proprio partito che si sente di poter dettare la linea sulle opere pubbliche necessarie al Paese.
Partendo da questioni di natura strettamente sindacale, che riguardano l’interpretazione delle norme sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro e la denuncia di presunte condotte aziendali discriminatorie, la manifestazione di venerdì prossimo è stata, infatti, strumentalizzata per trasformarla in una protesta politica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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