
Come anticipato dal Giornale nel Consiglio dei ministri di oggi si è discusso del decreto che di fatto rende operativi il Centro per i rimpatri presente negli hotspot in Albania di Shengjin e Gjader. La norma, appena approvata da Palazzo Chigi, prevede di potenziare il Cpr da 144 posti, una delle caratteristiche dei centri nati prevalentemente per ospitare i richiedenti asilo maschi, maggiorenni e in buona salute, provenienti dai Paesi sicuri salvati nel Mediterraneo dalle nostre navi militari ed espellere con procedura accelerata i migranti la cui domanda, una volta esaminata, non venga accolta, salvo decisione diversa del giudice come è già successo finora in tre occasioni.
Con l’ok al decreto che contiene «disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare», si potenziano i Cpr già presenti in Albania e si apre la strada alla possibilità di trasferire anche nella struttura albanese i migranti irregolari che sono nei Cpr in Italia e che vanno espulsi.
La decisione è arrivata dopo settimane di limature e riflessioni. Lo aveva anticipato in un’intervista il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Stiamo pensando a una prossima riattivazione almeno per la componente di Centro per i rimpatri». In un primo momento si pensava che per l’espulsione sarebbe bastato il parere del Questore dove il clandestino su cui pende il decreto è stato rintracciato, in realtà nella versione del decreto servirà ancora l’ok di un giudice. Una formulazione che non è detto potrebbe mettere il governo al riparo da ricorsi, mentre l’opposizione e le Ong che lavorano con i migranti sono già sul piede di guerra.
Sull’Albania pesa anche l’attesa decisione della Corte di giustizia europea, invocata anche dai giudici italiani che hanno bocciato il decreto sui rimpatri accelerati e i «Paesi sicuri», che potrebbe dare ragione all’Italia e torto alla giurisprudenza creativa di Corti d’Appello e Sezioni immigrazione non più in linea con l’orientamento europeo sui rimpatri che verrà sancito dal Piano migrazione e asilo che dovrebbe entrare in vigore nel 2026 se non qualche mese prima.
L'elenco dei Paesi sicuri resta quello già stabilito con il decreto Flussi, come fa sapere il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri.
Nell'elenco ci sono Albania. Algeria, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Costa d'Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kossovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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