I politici di ogni schieramento sembrano essere concordi sulla necessità di porre finalmente un freno alla escalation di violenza social. La critica è d'obbligo, essendo l'Italia una democrazia, ma troppo spesso sconfina nelle minacce e nella violenza verbale. La maggior parte dei personaggi pubblici tende a ignorare il fenomeno, evitando di dare adito a commenti e di "pubblicizzare" certi individui, ma ci sono dei limiti che non dovrebbero mai essere superati e che, sempre più frequentemente, vengono oltrepassati. Ne sanno qualcosa, per esempio, Giorgia Meloni e Liliana Segre, troppo spesso al centro delle invettive oltraggiose, oltre che per la carica che ricoprono, per le persone e donne che sono. Un concetto ribadito anche da Matteo Renzi, che ha espresso solidarietà e chiesto maggiore attenzione verso i social.
Il presidente del Consiglio è stato oggetto negli ultimi giorni di attacchi vili e di una violenza inaudita, che non solo hanno colpito lei ma anche la sua famiglia, in particolare sua figlia di appena 6 anni. Sono state minacciate di morte da un 27enne siciliano disoccupato, che si è scagliato contro Giorgia Meloni a fronte della manovra di Bilancio che punta a eliminare il reddito di cittadinanza (percepito dal violento) per gli occupabili. In poche ore, la polizia ha individuato l'uomo nella sua abitazione in provincia di Siracusa e ha proceduto alla perquisizione e al sequestro dei device elettronici, con conseguente accusa di violenza privata aggravata.
Non meno gravi gli attacchi che subisce ogni giorno la senatrice a vita Liliana Segre, che nelle ultime ore ha depositato oltre 10 denunce per attacchi e insulti provenienti dal web, nel suo caso soprattutto di natura antisemita. Attacchi che si fanno sempre più violenti, con la paura che qualcuno possa passare dalle parole ai fatti, dai social alla realtà, con azioni irreversibili. "Liliana Segre ha denunciato chi l'ha insultata sui social. E ha fatto benissimo.
Come ha fatto benissimo Giorgia Meloni a denunciare chi minacciava sua figlia. Sui social è giusto criticare, ma basta con insulti, minacce, offese. Punire chi diffama è una questione di civiltà", ha scritto il senatore Renzi su Instagram.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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