Disoccupato, precedenti per spaccio: chi c'è dietro le minacce choc alla Meloni

Ha usato parole vili contro Giorgia Meloni e la figlia, ora Sasha Lupo, il disoccupato e percettore di rdc, si dispera per le conseguenze

Disoccupato, precedenti per spaccio: chi c'è dietro le minacce choc alla Meloni

Oggi, Sasha Lupo piange. È il 27enne che ha minacciato di morte Giorgia Meloni e la sua bambina di 6 anni solo perché il governo è impegnato in una manovra per riformare il reddito di cittadinanza. Lupo vive in Sicilia, in un piccolo paese della provincia, ha precedenti per droga e qualche giorno fa si è esibito in una serie di tweet feroci e preoccupanti contro il presidente del Consiglio. La polizia postale ci ha messo poco a rintracciarlo nell'abitazione in cui vive insieme alla madre, effettuando una perquisizione e procedendo all'indagine. L'accusa per lui è di violenza privata aggravata.

Sasha Lupo ha un procedimento pendente a Catania per essere stato trovato con 86 grammi di marijuana nel 2014, ben oltre i 5 grammi lordi consentiti dalle legge e considerati come uso personale. Un elemento non trascurabile in una vicenda come questa, che potrebbero configurare il reato di spaccio per l'uomo. Un passato di droga quando non era nemmeno 20enne, un presente come percettore di reddito di cittadinanza a nemmeno trent'anni e minacce al presidente del Consiglio in carica: in questa vicenda si mescolano elementi diversi, solo apparentemente distanti, che scattano una fotografia degradante dell'Italia.

Lupo non risulta abbia mai avuto contratti di lavoro ma qualche anno fa è stato impegnato come porta-pizze. "Il ragazzo ha un leggero handicap fisico e vive con la mamma", spiega l'avvocato. Ha percepito il reddito di cittadinanza, circa 500 euro, per 18 mesi e lo scorso ottobre gli era stato rinnovato, dopo una sospensione vissuta male. Una frustrazione, avrebbe spiegato, che non si sarebbe mai tramutata in gesti concreti: "Non volevo fare del male a nessuno". Una reazione scomposta esagerata, probabilmente figlia di un clima politico esasperato in cui individui come Lupo si sentono in diritto di riversare la loro rabbia contro estranei.

"Sono pentito di quello che ho fatto, i giornalisti m'inseguono, non mi aspettavo tutto questo clamore. Ma ero proprio terrorizzato dall'idea che la Meloni mi togliesse il reddito di cittadinanza, questo pensiero mi ha fatto perdere il lume della ragione", ha detto ieri sera Lupo al suo avvocato Giovanni Giuca, come riferisce . Lupo che diventa agnellino, che perde tutta la veemenza trovata per scrivere volgari atrocità contro il presidente del Consiglio e contro una bambina di appena 6 anni.

I suoi genitori sono separati, la madre lavora come cassiera e il padre ha chiuso un negozio di abbigliamento. "La sua è una famiglia perbene, speriamo gli serva da lezione", dicono ora gli investigatori. Ma il fatto resta, così come le accuse e la violenza usata contro Giorgia Meloni e la sua famiglia, ingiustificabili. "Mi dispiace moltissimo che certe parole vili ed ingiuriose siano state scritte da un cittadino di Rosolini. Il gesto va condannato senza se e senza ma.

Sicuramente uno che minaccia di morte Giorgia Meloni e la figlia, è senz'altro un personaggio che non ci sta con la testa, e che diventa il classico leone da tastiera, nascondendosi dietro l'anonimato", ha dichiarato nella serata di ieri il sindaco di Rosolini, Giovanni Spadola, che ha espresso "piena e incondizionata solidarietà nei confronti del presidente del Consiglio".

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