"Quei 2,5 miliardi da dividere col ministro carioca"

I verbali: "In cambio delle agevolazioni era stato pattuito un ritorno pari all'11% dell'affare"

È un bisturi affondato nel ventre molle del gigante Finmeccanica, l'ultima inchiesta della Procura di Napoli che viviseziona appalti, off-shore e consulenze che puzzano di tangenti tra l'Italia, Panama e il Brasile.
LA MAZZETTA PRENDE IL LARGO
Il nuovo filone scaturito dall'arresto di Gianpy Tarantini e consorte per la presunta estorsione a Silvio Berlusconi, riguarda la vendita, da parte di Fincantieri, di navi «Fremme» equipaggiate con armamenti Finmeccanica al governo brasiliano. È questa la tranche in cui risultano indagati l'ex ministro Claudio Scajola, il parlamentare Massimo Nicolucci e il presidente dell'Unione industriali di Napoli, Paolo Graziano. «Graziano mi disse che il canale privilegiato tra Fincantieri e il governo brasiliano era rappresentato dall'onorevole Scajola – mette a verbale Lorenzo Borgogni, ex numero due della multinazionale – e ciò perché Scajola era molto legato al ministro della Difesa brasiliano Jobin». Il link tra la holding e l'esecutivo carioca sarebbe stato creato «dal mio amico Graziano» che mise in contatto «l'onorevole Nicolucci e il dottor Bono di Fincantieri» creando così le condizioni perché Scajola si impegnasse «ad intervenire su Jobin per favorire Fincantieri».
IL CAVALLO DI RITORNO
È sempre Borgogni a raccontare ciò che gli avrebbe riferito Pozzessere, ora arrestato: «Mi disse di aver appreso da Bono, o comunque da Fincantieri, che in cambio delle agevolazioni era stato pattuito un “ritorno” – che avrebbe dovuto pagare la stessa Fincantieri quale contratto di agenzia dell'ammontare dell'11% dell'affare complessivo, pari quest'ultimo, per la sola parte di Fincantieri, a 2,5 miliardi di euro». Una bella fetta della torta che «doveva essere parzialmente destinata tra Scajola e Nicolucci da una parte e Jobin dall'altra». Solo che, però, a questo punto la situazione si complica perché «Guarguaglini, evidentemente messo a parte da Pozzessere, disse che la percentuale massima di ritorno (da parte di Finmeccanica, ndr) che lui era disposto a pagare era del 3%» e non dell'11, come precedentemente concordato. Borgogni non aggiunge, però, se Finmeccanica abbia effettivamente firmato il contratto di agenzia in Brasile, «in capo a un agente evidentemente indicato dal ministro Jobin», cosa che invece «Fincantieri ha sicuramente stipulato, almeno così mi è stato detto».
NAVI, CHE PASSIONE
Anche su quest'affare, Lavitola avrebbe tentato di fare la cresta. Lo dice chiaro e tondo lo stesso Bono ai pm, quando racconta che l'ex giornalista cercò, facendo leva sui suoi rapporti con Silvio Berlusconi, di ottenere una commissione sull'affare da 5 miliardi, senza però riuscirci per il rifiuto di Bono. A Valterino sarebbe riuscito però di far dirottare verso Panama due pattugliatori della guardia costiera destinati a Fincantieri a saldo parziale per 17 milioni di un appalto per la costruzione di altre navi.
L'ELICOTTERO DI PUTIN
Spunta poi l'intercettazione tra Marco Acca, responsabile vendite del settore militare di Agusta e l'Ad Bruno Spagnolini. È quest'ultimo a consigliare al primo di essere prudente sul capo del Cremlino: «Quando parlate di... se dovete dire che ci volano vari Capi di Stato così, non menzionate Putin perché... l'ha detto il...Presidente (Orsi, ndr) cioè e loro gliel'avevano fatto vedere. Lei può dire ci volano una miriade di Capi di Stato senza che nessuno dica Putin...».
CACCIA ALL'ORSI
In quest'indagine si avvertono gli echi di quella trasferita a Busto Arsizio, che vede indagato l'ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi per corruzione. Di lui parla ai pm il dg della holding di Stato Alessandro Pansa (in predicato di fare il grande salto come capo di Finmeccanica): «Pozzessere, dopo gli articoli di stampa che determinarono le sue dimissioni, ha assunto la nuova posizione (senior advisor in Russia, ndr) per decisione del nuovo ad Orsi», al quale riferisce in via esclusiva.
UN SOGNO CHIAMATO PROVVIGIONE
Anche il senatore Estaban Caselli, eletto nella circoscrizione America del Sud, tenta la fortuna con Finmeccanica cercando, per ben due volte, di ottenere soldi facendo da mediatore in due appalti: la vendita di un elicottero al ministero dell'Interno e il procacciamento di un appalto militare da 600 milioni di euro in Indonesia. In entrambe le circostanze, però, gli accordi sarebbero saltati. Nelle interminabili telefonate si fa anche riferimento all'indagine su Milanese «La giunta non lo autorizza (la richiesta d'arresto, ndr) perché hanno paura tutti... niente, fanno arrestare Milanese sono cazzi per tutti (...

) – vaticina Valterino – per cui mo' questi si sono convinti veramente sul serio che loro possono, specialmente Milanese, perché poi Bisignani è un po' più intelligente, che loro possono costituire il futuro... e quindi con questi pm e con D'Alema, tramite Bisignani, hanno fatto l'accordo... hai capito? E questi faranno Tangentopoli 2 la vendetta e chi se la prenderà nel c... saranno Letta e Tremonti».

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