Quei televisori da cinema: è sbarcata la generazione 4K

Schermi giganti, design ricercato, definizione super: ma a che cosa servono questi nuovi prodotti? Uno sfoggio di lusso (anche nel prezzo)

Quei televisori da cinema: è sbarcata la generazione 4K

Abbiamo appena finito di comprarci il televisore nuovo, quello piatto, ed è già ora di cambiarlo. Almeno così vorrebbero farci credere le aziende di tecnologia che per muovere un po' un mercato in grande affanno puntano a creare bisogni dal nulla.
L'ultima suggestione si chiama Ultra Hd, ovvero il nuovo standard televisivo che moltiplica per quattro la risoluzione degli schermi attuali, quelli comunemente noti come Full Hd. Questi televisori detti appunto «4K» mettono a disposizione dello spettatore oltre 8 milioni di pixel offrendo una definizione video straordinaria.
L'effetto che si ottiene è davvero notevole, le immagini si arricchiscono di dettagli ricreando le magie del cinema nel comfort di casa. La domanda che tutti ci poniamo è però sempre la stessa: cose ce ne facciamo di tanta generosa opulenza tecnologica? Niente, almeno per il momento. Il lancio dei nuovi modelli appare infatti prematuro soprattutto per l'assenza pressoché totale di contenuti in grado di farci apprezzare le virtù di questi schermi.
La storia ricalca, almeno in parte, il flop del 3D che dopo tanto battage pubblicitario si è ridotto a una funzione secondaria dei televisori proprio per la penuria di film e trasmissioni con questo formato.
Una differenza tuttavia esiste. Lo standard 4K rappresenta una evoluzione inevitabile del sistema televisivo, una trasformazione che richiederà però del tempo. Basta pensare che i modelli Full Hd hanno iniziato a circolare nel 2009 e oggi, a cinque anni di distanza, i programmi tv trasmessi con questa risoluzione sono molto pochi. Peggio ancora è la situazione dei film, visto che i blu-ray non sono mai decollati e che le videoteche nel frattempo sono scomparse.
L'orizzonte temporale per l'affermazione dell'Ultra Hd si dilata così in modo esponenziale tanto che gli analisti di mercato prevedono numeri importanti solo a partire dal 2017. Che senso ha allora comprarsi un prodotto del genere? Lo stesso senso che ha la scelta di una berlina al posto di una utilitaria. Tutte le auto hanno quattro ruote e ci portano a destinazione, ma un'automobile di rango superiore ci regala piaceri e sensazioni diverse. È su questo effetto che puntano le tigri asiatiche dell'hi tech. Seduzione mista a un pizzico di ostentazione. I nuovi televisori hanno infatti design di gran fascino e tutti i numeri per far parlare di sé anche da spenti.
Basta prendere il mostruoso Led Uhd S9 di Samsung, un gioiello da 85 pollici (2 metri e 15 di diagonale), inserito in una cornice basculante e impreziosito da 120 watt di potenza sonora. Oggetti di questo tipo ovviamente sono per pochi, non solo perché non entrano in un salotto di dimensioni consuete, ma anche perché costano 40mila euro.
La leva del design viene usata anche come elemento di distinzione da parte di Lg che per distinguersi propone addirittura uno schermo curvo. Il suo 55EA9800 usa anche la tecnologia Oled con il risultato di avere uno spessore di appena 4,3 millimetri (9.000 euro).
Esistono soluzioni anche più «popolari» con prezzi meno esclusivi, come dimostra l'eccellente proposta di Sony con la sua gamma di X9. Il modello 4K da 55 pollici parte da 3.999 euro, mentre per il 65 pollici si spendono 5.499 euro; sempre una gran bella cifra ma decisamente più ragionevole.
Inoltre il fenomeno dell'Ultra Hd, nonostante sia agli inizi, ha già una declinazione low cost grazie all'arrivo dei produttori cinesi.

Hisense ha infatti annunciato la disponibilità di un televisore da 50 pollici al costo di 1.999 euro, in grado di stuzzicare l'interesse anche dei consumatori più scettici. A questi prezzi l'Uhd ha sicuramente un senso, ma senza contenuti adeguati conviene aspettare.

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