RomaGli 80 euro in più in busta paga del bonus Irpef per il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sono «una svolta» e «ci saranno sempre». Garantire circa mille euro all'anno in più in busta paga per i redditi fino a 24mila euro (da 24mila a 26mila euro il beneficio si azzera) è un provvedimento che costa circa 10 miliardi (6,6 miliardi nel 2014 perché parte questo mese), ma che difficilmente può dare una spinta ai consumi perché le famiglie italiane probabilmente lo impiegheranno per saldare debiti pregressi o per risparmiare.
Ecco perché la Cgia di Mestre si è posta una domanda. E se l'Italia facesse come la Francia adottando il quoziente famigliare, ossia la rimodulazione dell'Irpef in base ai componenti di un nucleo? La risposta è netta: i redditi medio-bassi subirebbero «un vero e proprio choc fiscale, con risparmi fino a 14.500 euro l'anno».
Nel dettaglio, ha calcolato la Cgia di Mestre, una famiglia monoreddito di 4 persone con un imponibile Irpef di 24mila euro (retribuzione mensile netta di 1.758 euro) risparmierebbe oltre 1.900 euro all'anno. Un nucleo bireddito (con due stipendi da mille euro netti ciascuno) nulla, poiché gli sgravi del governo Letta e Renzi determinano già oggi un credito di imposta di 852 euro. Una famiglia monoreddito di 4 persone con un imponibile Irpef di 35mila euro (stipendio mensile netto di 2.178 euro) si ritroverebbe con 6.277 euro in più all'anno, mentre una bireddito (buste paga nette da 1.245 euro ciascuna) beneficerebbe di una riduzione di imposta pari 1.866 euro all'anno.
I supersconti arriverebbero sopra i 40mila euro. Con un imponibile di 48mila euro, infatti la monoreddito (retribuzione mensile netta di 2.697 euro) si vedrebbe alleggerire il carico fiscale di 10.686 euro all'anno, mentre quella bireddito (due stipendi netti da 1.500 euro) pagherebbe 4.680 euro in meno di tasse. Con 60mila euro di imponibile la famiglia di 4 persone monoreddito (stipendio netto di 3.162 euro) si ritroverebbe con 14.551 euro in meno di tasse e la bireddito (due buste paga da 1.800 euro ciascuna) risparmierebbe 8.737 euro.
Un vero libro dei sogni per gli italiani tartassati dal fisco. Basti pensare ai recenti dati dell'Ocse che hanno evidenziato come nel nostro Paese il prelievo sui lavoratori sia arrivato al 38,8% per le famiglie con figli che sale al 40,2% per quelle con due redditi. Uno Stato «sanguisuga» che non fa distinzioni tra salari bassi (44,7% l'aliquota media) e quelli alti (53,2%).
Il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha ricordato che «l'applicazione del quoziente famigliare alla francese comporterebbe per le casse dello Stato un costo pesantissimo, si stima almeno una ventina di miliardi» ma alleggerirebbe «il peso delle imposte sui redditi delle famiglie italiane che è ancora troppo elevato, soprattutto per quelle monoreddito, circa la metà dei nuclei familiari italiani» e concentrate prevalentemente al Sud.
Una situazione «non più ammissibile», ha osservato Bortolussi perché lo Stato, oltre a vessare i cittadini con tasse altissime, non restituisce loro servizi adeguati.
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